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Scende in campo, al fianco dei genitori di Mattia, l’avvocato Gianfrancesco Piscitelli, per cercare di scoprire la verità. È stato un suicidio oppure si è trattato di un omicidio? Cosa c’è realmente dietro la morte del povero ragazzo?
La Chiesa del Sacro Cuore a Quartu e la piazza antistante, stasera erano gremite di gente, molti i giovani, per dare l’ultimo saluto a Mattia Ennas, il ragazzo neanche ventenne che alle prime ore di domenica 25 agosto è misteriosamente precipitato nel vuoto da una palazzina di Mulinu Becciu.
All’uscita della bara bianca, lunghi applausi misti a pianti e palloncini bianchi lasciati volare in cielo; molti avevano una maglietta con la foto di Mattia ma, dopo il primo sconforto, il papà Valerio e la mamma Ornella, hanno iniziato a realizzare l’accaduto e sono giunti alla determinazione di non credere assolutamente alla frettolosa classificazione di “suicidio” per la morte del povero Mattia e, non solo loro, anche tanta gente che lo conosceva e lo ha frequentato nell’ultimo periodo, sono convinti che mai quel ragazzo solare, felice, senza problemi, appena rientrato contento da un viaggio all’Estero, avrebbe mai fatto un gesto simile e poi, perché, perché in quel posto.
I genitori si sono quindi rivolti all’ormai noto, per aver seguito altri casi di cronaca nera in Sardegna, al legale cagliaritano, Gianfrancesco Piscitelli che da anni lotta in favore delle persone scomparse e delle vittime di ogni tipo di violenza; è infatti Presidente di Penelope Sardegna onlus per scomparsi e vittime e vice Presidente di Luna e Sole Onlus che assiste le vittime di violenza familiare e su minori.
Sardegna Live lo ha intervistato dopo il funerale e ci ha riferito: “Dopo contatti e lunghe telefonate per tutta la notte, ho ricevuto questa mattina formale mandato da parte del papà e della mamma del povero Mattia per portare avanti nei confronti degli investigatori e del P.M. incaricato dottor Lussu, una richiesta di approfondimento di indagini, supportate da informazioni e risultati di indagine difensive che ho già attivato dalla scorsa notte: per motivi di dovuto riserbo istruttorio non posso riferire quali sono gli indizi che fanno allontanare la possibilità di un volontario suicidio; per certo sono riuscito a far desistere i genitori dalla decisione già presa di far cremare Mattia dopo il funerale, al fine di lasciarmi aperta ogni porta sul piano degli accertamenti.
I genitori, come me - aggiunge l'avvocato Gianfranco Piscitelli - hanno massima fiducia negli inquirenti ma vogliono essere sicuri, prima di iniziare ad elaborare il lutto, che nulla si sia lasciato intentato sul piano delle indagini per l’accertamento della Verità: se si arriverà alla conclusione che Mattia si è suicidato, esigono risposte possibilmente sul perché e soprattutto sul perché in quel luogo ed in quel modo! Sono già al lavoro e presto depositerò in Procura elementi nuovi da verificare e valutare. Qualsiasi verità per questi due genitori straziati dal dolore ma, che sia verità vera. E’ davvero straziante la posizione del genitore che sopravvive al figlio".