Cagliari, 25 mar. (Adnkronos) - L'andamento del mercato del lavoro in Sardegna, come per tutto il Paese, negli ultimi anni ha subito notevoli ripercussioni dovute alla pandemia. Ma dopo un periodo di forti contrazioni, la ripresa è stata decisa, specie nel 2021, per poi arrestarsi nel 2022. Soprattutto nell'ultimo trimestre dell'anno scorso, la Sardegna non ha registrato indicatori occupazionali positivi.

Alla parziale ripresa del mercato del lavoro registrata nel 2021 e nella prima parte del 2022 ha contribuito anche l'attuazione del PNRR, attraverso il Programma di Occupabilità dei Lavoratori (GOL), che prevede diverse misure di supporto all'occupazione, specie per coloro che devono entrare nel mondo del lavoro o trovare nuove opportunità professionali.

Nel complesso, dall'analisi dei dati statistici relativi a diverse componenti del mondo del lavoro e dell'occupazione, pur in un quadro d'insieme non competitivo rispetto al Centro-Nord, emerge che la Sardegna si posiziona spesso al di sopra della media del Mezzogiorno, con risultati quasi sempre migliori rispetto a quelli delle grandi regioni del Sud: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria.

Dai dati dello studio “Economie regionali” 2022 di Banca d'Italia, in Sardegna il totale degli occupati nel 2021 è aumentato del 2,1%, rispetto all'anno precedente. Una crescita che ha interessato diversi settori produttivi, particolarmente il settore delle costruzioni che ha segnato un incremento di occupati dell'8,8% nell'anno considerato.

In espansione anche il settore dei servizi (+2,4%) e, in misura più ridotta, l'agricoltura (+0,2%), mentre l'industria in senso stretto registra un segno negativo: - 4,5%, un dato decisamente inferiore alla media nazionale del settore industriale che nel 2021 ha registrato un decremento assai più contenuto, pari a 0,4%.

Sempre secondo lo studio di Banca d'Italia, in Sardegna la forza lavoro in cerca di occupazione è cresciuta del 5% su base annua nel 2021, un aumento superiore rispetto a quello medio registrato nelle regioni del Mezzogiorno (+3,1%).

Tra i programmi messi in campo dall'Unione europea per ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le diverse regioni, ci sono il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE) 2014-2020 che mettono a disposizione risorse in aggiunta ai finanziamenti nazionali. Con riferimento all'avanzamento di tali programmi la Sardegna risulta piuttosto indietro.

Entrando nello specifico dei dati forniti da Banca d'Italia si scopre che la regione ha avuto 1.376 milioni di euro di risorse, molto meno delle altre grandi regioni del Sud Italia. Considerato, per esempio, che la Sicilia ha ricevuto oltre 5 mila milioni di euro, la Campania poco di meno.

Inoltre, solo l'83,3% delle dotazioni ricevute tra fondi europei e nazionali è stato effettivamente investito in progetti e programmi operativi regionali. A livello nazionale solo Sicilia, Campania, Calabria e Umbria hanno raggiunto percentuali più basse.

Secondo i dati del Ministero del Lavoro, nel quarto trimestre 2022, l'attivazione dei contratti di lavoro, al netto di quelli diventati a tempo indeterminato, in Sardegna ha registrato un leggero calo (-0,4%) rispetto allo stesso trimestre del 2021. Un dato che comunque pone la Regione al secondo posto assoluto dietro solo al Lazio, unica ad avere registrato un dato positivo.

Per quanto riguarda le cessazioni di contratti di lavoro le cose invece non sono andate bene. Nell'ultimo trimestre del 2022 le cessazioni sono cresciute del 7% rispetto all'ultimo trimestre dell'anno precedente. Percentuali più elevate sono state raggiunte solo dal Lazio (17,3%) e dalla Toscana (7,3%).

Ma qual è stato l'andamento del mercato del lavoro in Sardegna negli ultimi 5 anni? Il numero complessivo di rapporti attivati è aumentato da poco più di 302 mila del 2018 a oltre 330 mila nel 2022, mentre il numero più basso è stato registrato nel 2020, circa 254 mila. In aumento anche i rapporti di lavoro cessati che sono passati da circa 290 mila nel 2018 ad oltre 323 mila nel 2022 (Fonte: Ministero del Lavoro).

I dati più recenti dell'Istat, riferiti al quarto trimestre 2022, indicano che la Sardegna ha un tasso di occupazione complessivo uomini+donne, di età 15-64 anni, con qualunque titolo di studio, pari al 53,6, in flessione rispetto al trimestre precedente (57,2). Un dato oltre sette punti al di sotto della media nazionale (60,7), ma ben 6,5 punti superiore alla media delle altre regioni del Mezzogiorno che si attesta al 47,1.

Una flessione particolarmente evidente per gli uomini tra 15 e 64 anni il cui tasso di occupazione nell'ultimo trimestre 2022 è pari a 59,9, il dato più basso dal 2021 e quasi 7 punti in meno rispetto al terzo trimestre 2022. Per le donne della medesima fascia di età, la flessione è più contenuta, con un tasso di occupazione a fine 2022 del 47,1, leggermente superiore alla media regionale degli ultimi due anni.

Con riferimento ai disoccupati e al loro titolo di studio emerge come la situazione in Sardegna sia in miglioramento almeno nell'ultimo anno. Per gli uomini (15-64 anni), il tasso di disoccupazione tra i laureati è diminuito dal 7,1 del 2021 al 4,0 del 2022, mentre tra i diplomati è sceso dal 13,1 del 2021 al 9,1 del 2022. In aumento invece la disoccupazione tra le donne (15-64 anni) sarde laureate: 7,5 nel 2022 contro il 6,5 del 2021.

A livello regionale il tasso di disoccupazione complessivo uomini+donne, 15-64 anni, è sceso nel quarto trimestre del 2022 dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, assestandosi al 12%. Da notare un aumento rispetto al 9,9% registrato dall'Istat nel trimestre precedente.

Qual è invece la situazione delle singole province sarde? Nel raffronto dei dati medi registrati nel 2021 e nel 2022 la situazione della disoccupazione appare in generale miglioramento in tutte le province. Situazioni particolarmente incoraggianti per gli uomini a Cagliari e nel Sud Sardegna con il tasso di disoccupazione sceso di quasi 4 punti nell'ultimo anno. Per le donne invece va bene Sassari dove la disoccupazione è scesa dal 15,6 nel 2021 all'11,5 nel 2022.

Note dolenti riguardano invece le lavoratrici delle province di Nuoro e Sud Sardegna. Il tasso di disoccupazione femminile (15-64 anni) in queste due province è aumentato nell'ultimo anno rispettivamente di 5,6 punti e di 3,3 punti.

Che soprattutto nel Mezzogiorno la questione dei giovani e il lavoro sia particolarmente delicata non è un mistero. Basti pensare che il tasso di occupazione medio tra i giovani uomini e donne di età tra 18 e 29 anni, nelle regioni del Sud è solo del 29,0 (Istat 2022) - pur in salita rispetto al 2021 in cui era al 26,9 - con dati più bassi in Calabria (25,4) e Sicilia (25,6). Si pensi che la media nazionale è del 41,9 con punte fino al 53,4 nelle regioni del Nord-est.

In questo contesto la Sardegna si distingue tra le regioni del Mezzogiorno con un tasso di occupazione tra i giovani di 32,9 nel 2022, era il 32,2 nel 2021, dunque quasi 4 punti sopra la media del Sud e dietro solo all'Abruzzo (37,8) e alla Puglia (33,3).

In particolare, l'occupazione giovanile sarda è deficitaria tra le giovani donne, con un tasso di occupazione nel 2022 di 28, in leggero aumento rispetto al 27,7 del 2021, ma quasi 8 punti sotto la media nazionale e circa 7 punti in meno rispetto ai loro giovani colleghi corregionali.

La questione dell'occupazione, specie quella giovanile e femminile, è all'ordine del giorno delle attività delle istituzioni regionali sarde che hanno messo in campo diverse iniziative e misure. A cominciare dai Job Day 2023, un programma di sei eventi in altrettante città del territorio, organizzato dall'Assessorato regionale del Lavoro e Aspal, con lo scopo di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro con focus su formazione professionale e orientamento.

In ottica di occupazione femminile l'8 marzo 2023 è stato presentato il piano “Donne e lavoro” che prevede una serie di investimenti in cultura e formazione professionale delle donne, oltre a misure di sostegno specifiche. Inoltre, la Regione ha di recente annunciato lo stanziamento di 17 milioni di euro per l'erogazione di bonus occupazionali per le imprese turistiche che operano sul territorio sardo. Infine, il Governo regionale per il 2023 ha stanziato 4 milioni di euro, il doppio rispetto agli anni precedenti, per sostenere lo sviluppo delle cooperative sarde che investono in innovazione e competitività.

Altri temi sui quali le istituzioni regionali stanno cercando di intervenire riguardano la risoluzione di importanti vertenze, prima fra tutte quella di Portovesme per cercare di mantenere viva la filiera della metallurgia nel Sulcis Iglesiente e quindi salvaguardare il lavoro degli occupati del settore, anche grazie ad accordi per la concessione di nuovi ammortizzatori sociali.