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Il Natale, nelle aspettative più comuni, è gioia, allegria, abbracci e famiglia. È regali e babbo Natale per i più piccoli; pranzi eccezionali per i tradizionalisti; è un momento di malinconia per chi ha perso una persona cara ed era abituata a trascorrere questa giornata, la più attesa dell’anno, con lei. Oggi parliamo di figli che non riceveranno quell’augurio che li ha accompagnati all’età adulta sin dall’infanzia da parte dei genitori. Parleremo dei loro ricordi, del loro presente e di quella mancanza che pesa e che sanno che mai verrà colmata.
Dopo la perdita di un genitore si smette di sentirsi piccoli e figli nel momento in cui si è più fragili e vulnerabili, perdendo un vero punto di riferimento. Questo articolo è per tutti gli orfani. Perché non per tutti oggi sarà un giorno di festa.
Per tantissimi sarà un’occasione di riflessione, commozione, ricordi. Ecco ricordi. Quali sono?
Laura ci racconta: “Mio padre aveva una vera passione per il presepe. Già da novembre iniziava a racimolare tutto il necessario per creare un paese in miniatura più bello dell’anno precedente. Usava le statuine che utilizzava nella sua infanzia e impiegava ore e giorni a star chino per creare le montagne con la carta. Oggi lui è in ogni presepe che rivedo. Penso ‘Lui lo avrebbe fatto più bello; lui lo avrebbe adorato’. Quanto sarebbe bello poterlo progettare insieme, non lo abbiamo mai fatto perché era il suo compito e io non sapevo che il Natale 2004 sarebbe stato l’ultimo per noi insieme.”
“Quando da bambina, la notte del 24 andavo a letto, avevo difficoltà a prendere sonno per via dell’impazienza che facesse subito giorno- spiega Maria - Volevo sapere subito se Babbo Natale sarebbe passato anche a casa mia. Al risveglio trovavo una bustina con dentro due mandarini con le foglie, tre o quattro noci, qualche dattero e le caramelle Rossana che io amavo tanto. Doni semplici che apprezzavo perché ero stata premiata per aver fatto da brava. Ricordo questo della mia mamma: pochissime possibilità ma tanta dolcezza. Mia madre mi ha insegnato a essere felice con pochissimo. E quando penso a questa grande lezione ricordo proprio il Natale. Oggi forse c’è tanto consumismo e meno amore in questa giornata”
“Quello che mi mancherà in questa giornata? L’abbraccio di mio padre – Andrea non vuole piangere, ma è molto commosso – Sai che poi non era l’abbraccio di per se. Era il calore, un vero calore che in quella giornata sentivo particolarmente.” Il padre di Andrea non era generalmente, come lui lo definisce, coccolone; lo era il giorno di Natale perché per lui era un giorno speciale. “Quando mi svegliavo, lui era ai piedi della scala pronto ad aspettarmi. Una volta raggiunto mi guardava, si illuminavano gli occhi, mi dava un abbraccio fortissimo e mi diceva in sardo e sottovoce “Buon Natale figlio mio” e mi riempiva il cuore. Oggi mi strazia pensare di non poter rivivere quel momento.”
Letizia racconta il suo ricordo indelebile legato alla mamma scomparsa recentemente: "Dieci e un quarto, sempre la stessa ora, ogni anno, per tutta l'infanzia. 'È tardi, su muoversi, scendiamo'. Indossavamo cappotti, sciarpa, guanti, cappelli e salivamo in auto. Davo sempre un ultimo sguardo all'albero di Natale e al presepe, posizionati davanti alla porta d'ingresso, prima di uscire per dirigermi verso la chiesa con i miei genitori, magari Babbo Natale era passato prima, questa volta, o magari sarei riuscita a intravederlo mentre si intrufolava dentro casa, ma non succedeva mai. Mamma sollecitava tutti affinché facessero in fretta, ma era sempre l'ultima a raggiungere la macchina” Durante il tragitto non si era mai addormentata quando era piccola durante la messa della notte di Natale, perché sapeva che al suo ritorno avrebbe trovato tutti i pacchetti sotto l'albero. “In realtà dormivo poco anche dopo, perché mamma non ce li ha mai fatti scartare prima della mattina del 25. Voleva che fossimo tutti insieme, che quel momento lo vivessimo senza fretta, tra affetto e risate, si divertiva a vedere le nostre facce quando scoprivamo cosa si celasse dietro carta e nastri.”
Lei non ha mai smesso di portare avanti questa tradizione: "Anche quando io e mio fratello siamo diventati adulti, e si tornava a casa per le feste. Ci mettevamo a letto, nelle stanze in cui eravamo cresciuti e lei rimaneva sveglia finchè non era sicura - o così credeva - che ci fossimo addormentati. L'ho sentita parecchie volte passare davanti alla porta della mia camera, mentre andava a sistemare i regali nel solito posto. La notte della Vigilia è sempre stata magica, era il suo amore a renderla magica".
Antonio quest’anno sta per diventare padre “Quest’anno sarà particolarmente difficile. Non vedere mio padre in questo clima di attesa e gioia, saper che lui non la conoscerà mi rattrista moltissimo – e aggiunge – Sai, per tutta la vita ho creduto che fosse mia madre il motore trainante della famiglia e delle rimpatriate. Invece, dopo la sua morte è venuto meno il coinvolgimento del Natale un po’ per tutti. Ho scoperto che fosse lui a battere molto sulla presenza dei figli e dei nipoti. Mi mancherà (e questo è un aspetto che rivivo anche nel corso dell’anno) non confrontarmi con lui e il non potergli dire ‘Ma sai che oggi ti capisco?’”
Luigi si ricorda il Natale del 2021: “Non dimentico gli occhi lucidi di mio padre mentre guardava l’albero di Natale. Era il primo che realizzavo io; in casa se ne occupava mia sorella ma lei non c’era più. Spinto dal mio compagno ho ripreso la tradizione di famiglia. C’era tanto in quelle lacrime: io e lui soli, che andavamo avanti e che, nonostante tutto, volevamo festeggiare il Natale.”
Mirko ha smesso di addobbare l'albero di Natale: "Si, esattamente dal 2018. Metto qualche addobbo in giro per casa ma non eccedo nelle decorazioni. L'albero mi ricorda quando andavamo insieme, tanti anni fa, a cercarlo insieme".
Oggi, sarà per tutti una giornata particolare. Lo sarà specialmente per chi non potrà trascorrere la giornata con chi vorrebbe tanto: noi abbiamo voluto pensare a voi per dimostrarvi e dirvi che non siete soli nel vostro dolore.