C’è chi chiede in regalo un maglione caldo, chi vuole dei dolcetti e chi semplicemente si aspetta  solo: “una sorpresa altrimenti non c’è gusto!”

Una struttura professionale autorizzata dalla Asl competente, dove tutto è pensato per fare in modo che ci si senta in una vera e propria seconda casa.  Offre assistenza personalizzata a più di 160 pazienti. Si contraddistingue per l’accoglienza di persone anziane, in particolare di quelle affette da demenza, ma ospita anche 24 sofferenti mentali. L’obiettivo della struttura è quello di poter offrire agli ospiti la miglior qualità di vita possibile, sempre seguiti dai propri cari e curati da personale esperto, ma soprattutto attento alle necessità della persona. Abbiamo incontrato il Direttore responsabile, il Dottor Francesco Sanna.

Quali sono i dubbi dei familiari dopo il ricovero di un parente?

“I dubbi riguardano principalmente due differenti ambiti: la qualità di vita all’interno del compendio e la qualità dell’assistenza. L’inserimento non è mai una decisione facile da prendere, soprattutto in questo periodo in cui il COVID ha reso difficile la possibilità di incontrarsi in un clima di normalità. Oltre al dubbio vi è il senso di colpa, poiché la maggior parte dei parenti vivono l’ingresso del proprio caro come una sconfitta rispetto all’assistenza a domicilio associata ad un forte senso di abbandono; solo dopo un lento percorso di presa di fiducia da entrambe le parti, la prospettiva cambia con la consapevolezza che, in quel dato momento, era la decisione giusta da prendere in funzione del benessere del paziente, ma anche per gli stessi caregiver”.

Ci sono attività ricreative che gli ospiti accolgono con più entusiasmo?

 “Tutto ciò che riguarda la socializzazione. Quindi  tutte le attività che prevedono lo stare insieme, anche se c’è chi preferisce il rapporto uno a uno, con delle attività singolarmente concepite affinché il passo successivo sia l’accettazione della compagnia piuttosto che della solitudine”.

Un regalo simbolico che vorrebbe fare a ognuno di loro?

 “Un abbraccio caloroso considerando che, in questi ultimi due anni, qualcosa che prima era normale e vitale ora è diventato vietato”.

Cosa si sente di dire ai nonni e a tutte le persone ospiti della sua RSA perché mantengano viva la speranza e si sentano meno soli?

“Di non perdere mai la speranza perché questo periodo buio sarà destinato a finire presto. Mi sento e ci sentiamo di ringraziarli uno per uno poiché la loro storie di vita, il loro coraggio e la loro vitalità sono sempre fonte di stimolo per il nostro lavoro”.

Cosa promette loro per il 2022?

“Armonia e serenità che da sempre contraddistinguono la nostra RSA, affinché il paziente si senta accudito e protetto in un clima familiare”.