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«Chi deve ancora leggere questa meravigliosa enciclica, non inizi la lettura nel proprio studio o seduto sul divano. Esca di casa, vada in mezzo a un prato o in un bosco, e lì inizi a meditare il cantico di Papa Francesco».
Raccogliendo l’invito di Luigino Bruni, opinionista del quotidiano Avvenire, don Giuseppe Pani - parroco e docente di Teologia Morale - ha meditato la Laudato si’, la splendida enciclica di Papa Bergoglio, all’aria aperta, immerso nella natura. Una lettura itinerante non soltanto nei boschi di montagna, ma anche nelle coste della nostra Isola. Viaggio che ora è diventato un libro: Lettura all’aria aperta della Laudato si’: prima in montagna, poi al mare, e infine in una periferia esistenziale (Edizioni Palumbi, euro 8).
«Vivere all’aperto, guardando talvolta le stelle dalla prospettiva del sacco a pelo – scrive il sacerdote tonarese – mi ha portato in dono l’incalzare di nuove domande. Gli interrogativi esistenziali, infatti, non nascono in testa o seduti sulla scrivania della sacrestia; sono come gli alberi: hanno bisogno di aria, acqua, sole».
Poi continua: «Ognuno deve salire la sua montagna, la sua via, e prendere coscienza di doverne percorrere altre nel corso del tempo. Chi sale non si fermerà mai, andando d’inizio in inizio per inizi che non hanno mai fine. Nelle diverse fasi della vita è necessario vivere l’inquietudine di nuovi percorsi, dell’affrontare più montagne, del gettarsi in rivoluzionarie ricerche ed esplorazioni. Occorre sempre raggiungere il momento del bivio in cui l’esistenza si crea di nuovo».
Per questo motivo, l’autore ha seguito anche il secondo consiglio di Luigino Bruni: «E, poi, concluda la lettura in qualche periferia reale, in mezzo ai poveri, e guardi il mondo dei ricchi epuloni accanto ai nostri lazzari, e ne abbracci almeno uno, come San Francesco».
Don Pani, quindi, ha “chiuso” la lettura dell’enciclica a Nuoro, al termine di una giornata nella quale – grazie alla Cooperativa “Ut unum sint” – ha “abbracciato” dieci uomini che vivono l’esperienza del carcere. «Perché – scrive ancora don Giuseppe – ogni uomo, anche quando è segnato da gravi colpe, conserva nel profondo del suo cuore la radice divina, il desiderio dell’infinito».
Il libro, nei prossimi giorni nelle librerie cattoliche di tutta Italia, sarà presentato a Villanova Truschedu il 15 gennaio (chiesa parrocchiale, 17,30). A breve una presentazione anche a Nuoro.