Il Papa è un curato di campagna e il suo paese è il mondo. Dopo la sua elezione non ha subito lo stile della Curia romana, ma ha imposto il suo, dando dimostrazione di forza e di naturalezza sorprendenti, giorno dopo giorno. Non si sa davvero cosa abbia dovuto accettare degli antichi e collaudati protocolli vaticani. La sua è apparsa subito come una sostanziale e straordinaria diversità esteriore, confermata, a mano a mano, da una altrettanto profonda ed eccezionale interiorità, che ai nostri occhi dà l’idea di una personalità  universale che con il suo insegnamento va oltre il terreno della fede entro il quale lui si muove, vive e opera.

La sua grandezza traspare e si evidenzia sul suo viso e sul suo tratto da quel senso di giovinezza senza tempo, da quella fiducia nella vita e nel mondo che rassicura e contagia.   Quella di Papa Francesco è la figura di un Pontefice che non conoscevamo, lontana da quell’immagine di Capo della Chiesa convenzionale e statuale spesso prevalente.               Bergoglio è, se così si può dire, un prete o un padre gesuita vestito da Papa, depositario, sin da giovane, di un potere, quello della fede, che a lui basta, nel nuovo ruolo che la provvidenza gli ha assegnato,  per governare la Chiesa cattolica.

Ecco, è dalla sua fede che nasce la forza, ma anche il coraggio, per far sì che la Chiesa, anche come organizzazione, rappresenti una risposta ai suoi modi, o criteri, di intendere la vita, la persona, la società e il mondo. In questo senso ci sono già stati i primi segnali. Ma non sarà, Francesco, un Papa “rivoluzionario”; sarà piuttosto la massima espressione di un capo religioso attento e vigile affinché la chiesa spirituale e quella materiale sia sempre in stretta e indissolubile armonia.

Intanto, tra le sue novità, significativo è il fatto che abbia addirittura imposto una visione diversa del sistema di sicurezza sulla sua persona, che vuole il contatto con la gente, con i bambini, senza sentirsi prigioniero dell’immagine di un Papa che viceversa non riuscirebbe a comunicare con lo stesso calore e immediatezza. Ecco il segreto di questo Pontefice, quello di non essersi tolte le vesti di quel pastore che è sempre stato, che vuole condividere, anche con la sua presenza fisica, ansie e gioie del suo gregge. Lui è così, perché deve cambiare ora che è diventato Papa? Semmai sono mutati i confini del territorio legato  alla sue missioni e al suo apostolato: che differenza c’è tra il paese, la città, il mondo? Forse nessuna e, comunque, non a tal punto da incidere sul suo modo di proporsi e di intendere l’esternazione e la diffusione della sua fede. E, infatti, Papa Francesco non rinuncia alla sua umiltà, alla sua visione realistica del mondo vista con la lente di ingrandimento del suo amore verso Dio e il suo popolo. In lui c’è la forza inesauribile della sua coscienza e la consapevolezza di essere sempre in compagnia  di quel Cristo unico capace di salvare l’uomo dall’egoismo e  dalla violenza distruttivi.

E’ un uomo a cui tutti possiamo dare del tu: ce lo suggeriscono i suoi tratti esteriori di una persona comune, di uno di noi. Con lui ci può essere la stessa confidenza che c’è con il proprio parroco e cioè con un uomo aperto al dialogo e all’ascolto delle piccole o grandi difficoltà di chi gli sta di fronte, senza distinzioni. Quest’immagine di Papa Francesco ci dà una testimonianza straordinaria, forse senza precedenti nella storia della Chiesa, che è quella di un uomo che svolge il suo ruolo di Vescovo di Roma contando in assoluto sui valori universali della persona - da difendere sempre e ovunque pure con il Papa che va in giro per il mondo, così come il curato nelle periferie più lontane - e sul rapporto con Dio. Su questi capisaldi e con la fermezza di cui il Pontefice italo-argentino ha dato già prova, c’è da pensare che con la stessa naturalezza e forza con cui ha iniziato le sue missioni pastorali, vedasi prima Lampedusa e ora il Brasile, apporterà nella Chiesa di Roma, intesa anche come organizzazione statuale, tutti quei cambiamenti che saranno sicuramente espressione dei suoi canoni, principi e valori di cui tutti, credenti ma non solo, ci siamo già fatti un'idea.