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Hai perso l’ultima sfida della tua vita, contro la quale hai giocato da combattente che si piega ma non si spezza
Nelle ore che trascorrevano leggere, contro una scadenza annunciata come la tua fine, rivedevo nel film riavvolto della mia esistenza gli anni in cui le battaglie civili del Partito Radicale iniziarono ad affascinarmi, forgiando in me quel senso di coscienza civile che mi apriva gli occhi sui tanti temi che travagliavano minoranze e maggioranze, vite al margine e diritti da difendere.
Ascoltavo la forza con cui difendevi le tue idee e armavo dello stesso coraggio le mie.
Ammiravo la forza con cui il tuo pugno nonviolento stringeva una rosa, sprezzante delle spine.
Grazie ai movimenti di opinione tradotti in strumenti referendari hai restituito il “potere” reale alle masse: se siamo un po’ più liberi di scegliere, di essere, di ostentare, di manifestare un pensiero, lo dobbiamo anche a te.
Grazie ad un mondo che “avanza” e alle tante barriere abbattute, le donne godono di un rispetto maggiore e dovuto e ognuno può disporre un po più liberamente della vita che ha deciso di indossare.
Nessuno aveva immaginato la tua “uscita” di scena in sordina: e così è stato: combattente fino all’ultimo respiro, fino a quando gli occhi si sono chiusi, la voce si è fatta livida, il pensiero sempre l’ultimo a morire.
Come le idee che hai difeso, contro tutto e contro tanti.
La provocazione a volte può essere l’arma di chi non ha voce in capitolo, può accendere i riflettori sulle ombre che il potere vorrebbe tenere allo scuro. Di questo e di altro ti sei fatto pioniere.
Sapendo che il tuo palcoscenico era il mondo, e che lo avresti voluto lasciare da protagonista del nostro tempo, avevamo immaginato la tua “uscita di scena” come un “gran finale”.
Così è stato. Hai beffato fino all’ultimo persino la morte, prendendoti, finché hai potuto, pure gioco di lei.
Grazie, da un ex ragazzo che si armava di illusioni, per averci dato almeno la speranza.
Il mondo in cui avremmo voluto vivere non è stato migliore di quel che poi abbiamo vissuto, ma ci resta la sensazione che tu almeno ci abbia provato.
Trova spazio nell’aria, dove la tua libertà continuerà a volare.
MARCO PANNELLA E GIULIANO MARONGIU - ROMA ANNI '90
MARCO PANNELLA CON L'ESPONENTE RADICALE SARDA IRENE TESTA