Non bisogna aver conosciuto la guerra per temerne il ripetersi. Basta sapere, avere memoria dei fatti, della storia. Oggi è il Giorno del ricordo, una ricorrenza che una legge del Parlamento italiano ha istituito con legge il 30 marzo del 2004 “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Parliamo di una pagina di storia che racconta i massacri che si verificarono tra la fine della Seconda Guerra mondiale e l’immediato dopoguerra. Un periodo di sanguinosi eventi: furono 350.000 gli italiani in fuga in seguito alle persecuzioni degli jugoslavi di Tito, circa 20mila quelle massacrate e gettate nelle foibe. 

La data, il 10 febbraio è quella in cui furono firmati i trattati di pace di Parigi. “Nella giornata”, recita la stessa legge, “sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado”. 

Sono quest’ultimi i protagonisti del nostro futuro, un futuro che deve essere basato su valori etici e morali. Soltanto così si potrà stare al sicuro sull’albero della vita. Lontani, dunque, dai piedistalli dell’egoismo e della sopraffazione, che spediscono nell’oblio i valori del passato difesi dai nostri padri anche col sacrificio della propria vita.