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Non piange. Non sorride. Non parla. E' chiuso nel suo silenzio il bambino di circa 3 anni, la sua età non la conosce nessuno, trovato da solo nel deserto e arrivato su un barcone a Lampedusa da un ragazzino non ancora maggiorenne. Al suo arrivo all'hotspot il giovane ha spiegato ai mediatori che lo hanno accolto di non conoscere l'identità del piccolo, di non sapere chi fosse, ma di averlo trovato da solo, durante il viaggio nel deserto per partire per le coste siciliane. "Non potevo lasciarlo morire da solo nel deserto, così l'ho portato con me e abbiamo fatto il viaggio insieme...", ha detto il ragazzino spiegando che neppure con lui il bimbo ha mai profferito parola. Del piccolo si occupano, amorevolmente, Save the children e Croce Rossa Italiana, con psicologi, che tentano di farlo aprire. Ma finora senza successo. Nessuno sa quali traumi abbia subito il bimbo senza nome. Già a Lampedusa è scattata la gara di solidarietà per prendere il bambino in affido, almeno fino a quando non sarà trovata una famiglia che lo adotti.
Spetta al Tribunale dei minori di Palermo decidere cosa fare nelle prossime ore con il 'bambino del deserto'. Il Tribunale deve verificare, come prevede la legge, se ci sono parenti sul territorio e, in subordine, se ci sono richieste concrete di affido da parte di "soggetti idonei". A quel punto il Tribunale nomina un tutore e il bambino viene inserito in una struttura adeguata per l’età. I giudici dovranno poi ratificare le misure di accoglienza. Se necessario, come spiegano dal Tribunale dei minori, "è previsto anche un intervento urgente di presa in carico da parte della Neuropsichiatria infantile".
Il bambino, nel frattempo, è nell'hotspot nella zona riservata ai più piccoli e alle mamme sole. Gli psicologi, gli operatori di Save the children non lo abbandonano un attimo. Ma lui non piange mai. E non interagisce molto con gli altri. "E' come se vivesse nel suo mondo e non volesse lasciarlo", dicono. "Noi ci stiamo attivando per dare a questo bambino nel giro di poche ore la massima protezione, inserirlo i una struttura idonea e vedere se c'è qualcuno che vuole prendere in affido. Il piccolo ha un fortissimo stress emotivo, non riesce a verbalizzare", spiega all'Adnkronos la Procuratrice dei minori di Palermo Claudia Caramanna.