Al mattino quaranta persone in coda davanti a una stazione dei carabinieri per presentare una denuncia-querela contro Mario Draghi e il suo governo. Di pomeriggio un corteo per le vie del centro di Torino e un affollato "aperitivo sociale" in piazza Vittorio Veneto. E da un telefonino all'altro è rimbalzato l'appello a continuare la protesta anche nei prossimi giorni: "dal 14 febbraio tutti a Roma" per trasformare la Capitale in una seconda Ottawa bloccata in questi giorni dai camionisti canadesi.

Anche oggi Torino si conferma una delle capitali della protesta No Green Pass, No Vax e Free Vax. Circa mezzo migliaio sono stati i dimostranti che hanno preso parte alle iniziative organizzate nel corso di tutta giornata. E Marco Liccione, leader del comitato "La Variante Torinese", ha postato un video per non fermare le proteste. Nel capoluogo piemontese le querele contro il premier Draghi, quasi sempre denunce-fotocopia precompilate da alcuni avvocati, hanno ormai raggiunto quota quattrocento ed è probabile, secondo quanto fa sapere lo studio di consulenza aziendale che si è offerto di appoggiare gli attivisti, che arriveranno a cinquecento.

La guerriglia giudiziaria, insomma, va avanti a dispetto delle archiviazioni di massa degli esposti più vecchi effettuate nelle scorse settimane e costate la minaccia rimbalzata su telegram nelle chat di area No Vax di dare "fuoco alla Procura di Torino". In piazza Castello, all'apertura del corteo con un centinaio di persone si è sfiorata la rissa quando un artista di strada piuttosto conosciuto, Ian Deadly, ha diffuso con un amplificatore i belati di un gregge di pecore: qualcuno gli ha strappato la mascherina dal volto, un altro ha staccato la spina del microfono, e a riportare la calma sono stati i funzionari della Digos nella veste di mediatori. Una volta in piazza Vittorio i dimostranti e gli attivisti della "Variante Torinese" si sono uniti ai quattrocento presenti alla grande tavolata, un aperitivo sociale, promosso da un altro gruppo dissidente, il 'No Paura Day', guidato da Simona Tagliaferri.

Non solo proteste contro il Green pass ma anche azioni concrete di disturbo: ad Ascoli Piceno un medico è stato messo agli arresti domiciliari in un'inchiesta svolta dalla procura di Fermo e dai carabinieri del Nas. Avrebbe consentito a diverse persone, anche provenienti da altre regioni, di ottenere il Green Pass attestando falsamente la somministrazione del vaccino anti Covid.

Il sospetto è che abbia anche gettato i vaccini ricevuti dal servizio sanitario regionale. Ido Partemi, il 58enne medico di medicina generale di Grottammare (Ascoli Piceno) si è avvalso della facoltà di non rispondere: le ipotesi di reato di falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale, peculato e truffa ai danni dello Stato. Sarebbero circa 25 le persone che avrebbero ottenuto il Green pass senza sottoporsi a vaccinazione.