PHOTO
"Il 6 maggio del 2020 un'ispezione della Guardia costiera presso il porto di Palermo a bordo della Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea Eye, evidenziò irregolarità di natura tecnica e operativa tali da compromettere la sicurezza degli equipaggi e di altre persone che fossero state presenti a bordo dell'imbarcazione, oltre a violazioni delle norme a tutela dell'ambiente marino. Per questo motivo la nave venne sottoposta a fermo amministrativo fino al 25 giugno, quando la Guardia costiera dopo l'ok della Spagna che comunicò di «accettare l'unità», autorizzò un singolo viaggio di trasferimento dal porto di Palermo a quello di Burriana dove avrebbero dovute essere eseguite le attività necessarie per risolvere i problemi. La nave avrebbe dovuto essere sottoposta ad un'ulteriore ispezione da parte delle autorità spagnole, al termine dei lavori, per verificare che le carenze fossero state effettivamente sanate. Com'è possibile quindi che nei giorni scorsi, a seguito di un'ulteriore ispezione avvenuta presso il porto di Olbia sempre a cura dalla Guardia Costiera, siano state rilevate le medesime irregolarità di natura tecnica tali da compromettere non solo la sicurezza dell'equipaggio ma anche dei migranti trasportati? Per quale motivo l'imbarcazione ha ripreso la navigazione nonostante, come dichiarato dalla Guardia Costiera, le carenze rilevate cinque mesi fa «alla luce dell'ispezione odierna non risultano ancora rettificate»? Se l'imbarcazione, come rilevato, aveva a bordo mezzi collettivi ed individuali di salvataggio per 20 persone, significa che trasportando 125 migranti stava mettendo a rischio la loro vita e quella dell'equipaggio, perché in caso di naufragio solo in 20 si sarebbero potuti salvare. Alla luce di questo inaccettabile episodio, mi sono già attivato tramite un’ interrogazione parlamentare per chiedere ai Ministri competenti che la nave in questione venga confiscata così che non possa più essere motivo di pericolo in mare, e al Premier Conte che si attivi in ambito europeo pretendendo che tutti i Paesi Ue effettuino sistematici controlli sulle imbarcazioni delle Ong prima che lascino i porti, per evitare che episodi simili possano ripetersi. Altro che lamentarsi e accusare i nostri militari: questi traghettatori di clandestini devono imparare che esistono delle regole e vanno rispettate”.
Così Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore regionale della Lega Sardegna, Presidente del Comitato Bicamerale di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.