Armi o non armi all’Ucraina?  La discussione tra Vittorio Sgarbi e il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la seduta della Camera per le comunicazioni del premier in vista del prossimo Consiglio europeo, con al centro di tutto, la crisi ucraina.

“Continuare ad inviare armi all’Ucraina rischia di non interrompere questa guerra e aumentare i morti” afferma Sgarbi.

“Capisco la sua tristezza, ma allora dovremmo accettare che sostanzialmente difendiamo il Paese aggressore, non intervenendo” risponde prontamente il premier.

Il critico d'arte, durante il dibattito cita anche Tolstoj: ‘come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza’.

“Sarei quindi prudente per l’avvenire a pensare che armare quell’esercito, che è un grande esercito di resistenza e diventa sempre più forte con i cittadini - afferma Sgarbi - non sia in realtà un modo per non interrompere questa guerra e aumentare i morti, perché anche un soldato russo morto è un innocente: non ha voluto quella guerra, l’ha subita”.

Immediata la risposta del premier: “Capisco  la sua tristezza, che poi è anche la mia e credo quella di tutti noi qui, di fronte alla carneficina, che è vero che non distingue le divise, ma distingue i bambini. È un terreno molto scivoloso questo, perché, se noi sviluppiamo le conseguenze di questo ragionamento, cioè non aiutare militarmente i Paesi che vengono attaccati, questo è il ragionamento, allora dovremmo accettare che sostanzialmente difendiamo il Paese aggressore, non intervenendo”. 

“Dovremmo lasciare che gli ucraini -insiste il premier- perdano il loro Paese e accettino pacificamente la schiavitù. Capisce bene che questo è un terreno, come dicevo, scivoloso, che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito Paesi inermi, a cominciare da Hitler, a cominciare da Mussolini”. 

Sgarbi controbatte in un susseguirsi di opinioni contrastanti che certamente fanno riflettere: “la sua replica  - dice rivolgendosi a Draghi - è stata ripresa dai telegiornali e contraddetta dal Papa. Lei ha evocato Mussolini e Hitler, opportunamente, ma ha dimenticato che per liberare l’Europa da Mussolini e Hitler gli americani sono sbarcati in Sicilia e hanno condotto una battaglia vittoriosa. Ora, armare oggi nella speranza di una vittoria è un’illusione, ma nella certezza di una sconfitta è uno sterminio, perchè si moltiplicano i morti e si uccidono persone innocenti senza alcun esito. Putin è uno sconfitto morale ma il probabile vincitore militare, non è su questo piano che dobbiamo contrastarlo, sul piano morale e sul piano della persuasione”.