(Foto copertina tratta da aeronautica.difesa.it

A mezzanotte e 40 minuti sono arrivate in Italia le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano, i due dipendenti della Bonatti uccisi in Libia. Il C-130 dell'Aeronautica militare con le due bare a bordo è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino, dove ad aspettarle c’erano i familiari dei due tecnici.

Oggi, dopo l’autopsia eseguita in Libia, al policlinico Gemelli di Roma saranno effettuati ulteriori accertamenti sui corpi dei due operai.

Intanto, ieri il ministro Gentiloni ha spiegato che nel sequestro "non sono emersi elementi di riconducibilità di formazioni di Daesh in Libia. Non è mai giunta alcuna rivendicazione. L'ipotesi più accreditata è quella di un gruppo criminale filo-islamico operante tra Mellita, Zuwara e Sabrata". E "sulla base delle evidenze emerse, i quattro italiani sono stati nelle mani dello stesso gruppo durante tutta la durata del sequestro, cambiando" prima del 2 marzo "solo una volta il luogo di prigionia". "Per proprie finalità, il gruppo di sequestratori ha lasciato intendere che gli ostaggi fossero stati separati o passati di mano ad altri gruppi, fatto che in questi ultimi giorni si è rivelato non essere vero", ha quindi precisato il Ministro Gentiloni. Durante i mesi del sequestro, ha tuttavia spiegato, "nell'ambito dell'attività di intelligence, sono state acquisite informazioni da fonti e da approfondimenti tecnici, senza però mai riuscire a localizzare con sicurezza e precisione i possibili luoghi di detenzione". Il Ministro ha poi chiarito che “non è stato pagato alcun riscatto”.