La forza dell’amore materno sopra ogni cosa, anche quando un figlio porta via una persona amata.

Un piatto di penne al salmone con nitrito di sodio: fu questa l’“arma” che Alessandro Leon Asoli utilizzò per uccidere il suo patrigno, Loreno Grimandi, marito di Monica Marchioni che è invece sopravvissuta al tentativo di omicidio.

Alessandro è stato condannato in primo appello a 30 anni di carcere proclamandosi inizialmente innocente e accusando la madre di essere l'assassina. Lunedì scorso, però, ha cambiato versione, confessando il delitto avvenuto a Casalecchio di Reno, nel Bolognese: “Sono stato io ad avvelenarli, mamma perdonami” ed è scoppiato in lacrime. 

Pensare al suo ergastolo mi fa male, ma voglio che paghi – ha detto sua madre a Repubblica, parole che sono state poi riportate da Leggo - Se l'ho rivisto? Solo due volte, sempre in tribunale. La prima, lui non mi ha vista. La seconda, invece, i nostri sguardi si sono incrociati. E l'istinto è stato quello di abbracciarlo. Forte, fortissimo. Ho avuto un malore, perché volevo stringerlo ma sapevo che non era neanche giusto, soprattutto in quel momento in cui la vittima che era in me era ben più forte della mamma” ha detto. 

"Adesso è una lotta tremenda, perché lui ha commesso un delitto assurdo, violento, premeditato, non ha agito d'impulso - ha aggiunto la donna - E lo ha fatto solo per i soldi, per l'eredità. Io quegli occhi non me li dimentico. E non erano gli occhi di mio figlio. Il perdono è un percorso lungo, dovrei vedere proprio un suo vero cambiamento, non solo un pentimento. Ma io so che ora non c'è un ragazzo pentito. Se un giorno sapessi che si è pentito realmente, forse la prima cosa che farei sarebbe abbracciarlo. Perché mi manca tantissimo. Mi manca sentire il suo odore".