Proseguono senza sosta le indagini del Comando provinciale dei carabinieri di Livorno dopo l'assalto a due furgoni portavalori della ditta Battistolli avvenuto venerdì 28 marzo lungo la variante Aurelia, nel territorio di San Vincenzo (Livorno).

LE AUTO DELLA BANDA

Un'auto modello Volvo di colore grigio usata per la fuga dal commando dei rapinatori è stata ritrovata dai carabinieri oggi, 30 marzo, nella boscaglia tra Sassetta e Suvereto, nel Livornese. Il mezzo è stato recuperato e sarà sottoposto a rilevamenti nella speranza di poter trovare elementi utili alle indagini. Un altro mezzo utilizzato dalla banda, sempre di marca Volvo, era stato recuperato sabato 29 marzo in un campo lungo la strada che da Castelnuovo Val di Cecina (Pisa) porta a Monterotondo Marittimo (Grosseto).

Si tratta di mezzi rubati, così come nel caso dei due furgoni dati alle fiamme lungo l'autostrada durante l'assalto. Non c'è traccia al momento della terza auto, una Volkswagen Tiguan usata da una parte del gruppo armato per lasciare il teatro della rapina compiuta mediante l'utilizzo di esplosivi e fucili modello kalashnikov (una ventina i colpi sparati).

PISTA SARDA

Gli elementi raccolti fino a ora e l'accento dei banditi registrato da alcuni video che documentano l'accaduto portano a ritenere che la banda sarebbe composta da elementi della criminalità sarda trapiantata in Toscana. "Ajò, ci siamo?" avrebbe gridato uno degli uomini incappucciati rivolgendosi ai compagni.

L'assalto ai portavalori è oggi una delle attività più redditizie per la criminalità isolana. Armi da guerra ed esplosivi, tecniche paramilitari e rapidità nell'azione hanno assicurato svariati milioni di euro ai rapinatori che negli ultimi anni hanno assaltato caveau e blindati in Sardegna. La Procura di Livorno ha aperto un fascicolo per rapina aggravata. Gli investigatori sonon certi di aver a che fare con veri professionisti del crimine, che hanno portato a compimento un piano studiato nei minimi dettagli.

UN COLPO DA 4 MILIONI DI EURO

Secondo quanto emerso dalle indagini, la banda, composta da una decina di malviventi, dopo avere messo a segno il blitz avrebbe lasciato la variante Aurelia all'altezza di San Vincenzo per imboccare strade secondarie attraversando zone prive di telecamere di videosorveglianza. Poi avrebbe abbandonato le auto "sporche" usate per la rapina.

Gli inquirenti hanno ascoltato nuovamente le testimonianze delle guardie giurate che hanno subito l'assalto. Tra loro anche una donna, autista di uno dei blindati presi di mira dai banditi. Si stanno passando al vaglio in queste ore tutti i filmati delle telecamere di sicurezza della zona. Il colpo, secondo quanto emerge, sarebbe fruttato ai malviventi circa 4 milioni di euro che erano destinati al pagamento delle pensioni negli uffici postali del Grossetano.

CACCIA ALL'UOMO

Numerosi posti di blocco sono stati disposti in tutta la Toscana meridionale (dove pare si siano diretti i banditi in fuga) e ai varchi doganali.

I carabinieri continuano a perlustrare il territorio anche con il supporto degli elicotteri. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Livorno, con il supporto dei militari della compagnia di Piombino.

RAPINA SOCIAL

Ai tempi dei social, i cittadini possono contribuire in maniera determinate al successo delle indagini. Numerosi video registrati da chi ha assistito suo malgrado all'azione dei rapinatori sono divenuti virale in rete dando un importante supporto a chi deve indagare sulla vicenda. Non a caso i carabinieri di Livorno lanciano un appello: "Chiunque abbia video o altro materiale utile alle indagini lo consegni alle forze dell'ordine di San Vincenzo, Piombino o Livorno".