Perché alcune persone decidono di non vaccinarsi? Per quanto sia ormai non vi sia dubbio che i vaccini contro il Covid-19 siano molto efficaci nel prevenire le forme più gravi o la morte causata dal virus, ci sono ancora milioni di italiani e italiane che hanno scelto di non farli.

Innumerevoli studi e miliardi di somministrazioni nel mondo hanno dimostrato che i danni provocati dal Covid-19 sono molto maggiori degli eventuali effetti collaterali del vaccino, ma non è bastato, nonostante le campagne mediche, politiche e mediatiche e l’adozione del Green pass e del Super Green Pass, che limitano di molto le attività sociali, ricreative, culturali, ma anche lavorative, di chi ancora ne è sprovvisto.

Sono stati esposti una serie di studi e statistiche che mettono in luce l’identikit di chi rifiuta i vaccini, in cui vengono messi in correlazione l'esitazione vaccinale con altri dati variabili, come il loro livello di istruzione, il reddito e l’occupazione, cercando di capire se fra esse c’è una correlazione. Nell’interpretazione dei risultati è però fondamentale ricordare due cose.

La prima è che la qualità di ciò che è venuto fuori dipende dalla qualità dei dati usati per l’analisi. E in questo caso ci sono grandi limitazioni, dovute dal fatto che i numeri delle vaccinazioni sono disponibili al massimo al dettaglio regionale. I risultati non possono quindi che essere grossolani, problema che sarebbe in parte risolto considerando invece le vaccinazioni a livello comunale, al momento cosa impossibile perché violerebbe la privacy delle persone.

Punto secondo: la correlazione fra due elementi non significa per forza che uno sia la causa dell’altro: può essere semplicemente una coincidenza, così come per tanti altri fenomeni.

Soprattutto per quanto riguarda il livello di istruzione, tutti intuitivamente potrebbero pensare che le persone che hanno studiato di più sono quelle più propense a credere alle evidenze scientifiche e a fidarsi della scienza e degli scienziati, ma sarà davvero così?

Secondo uno studio pubblicato sul Corriere, in Italia le regioni in cui ci sono più vaccinati sono effettivamente quelle dove c’è la maggiore percentuale di laureati e laureate, ma si tratta di un legame alquanto fragile. Una debole correlazione esiste, ma spiega solo una piccola parte della variabilità delle vaccinazioni. Ad esempio alcune regioni del Sud hanno molti vaccinati rispetto al numero di laureati.

Secondo un sondaggio Ipsos, invece, la quota di oppositori al vaccino e al Green pass aumenterebbe con il crescere dell’età, con l’abbassamento del livello di istruzione, e con condizioni lavorative precarie. Il presidente Nando Pagnoncelli afferma: Tra chi non si è ancora vaccinato, il 6% intende farlo non appena possibile, mentre il 10% esprime dubbi, il 7% dichiara di non volersi assolutamente vaccinare e il restante 6% non prende posizione. La decisione del Consiglio dei Ministri che ha approvato l'introduzione del cosiddetto Green pass ottiene il consenso di due italiani su tre: infatti il 39% si dichiara molto favorevole e il 27% lo è abbastanza; uno su quattro è piuttosto (12%) o molto (12%) contrario e il 10% sospende il giudizio.

Quanto agli elettorati, evidenzia Pagnoncelli, “i più contrari sono in FdI (41%) e nella Lega (34%), dal cui si comprende la strategia comunicativa adottata dai leader di queste due forze politiche. Le motivazioni contro il Green pass da parte dei non favorevoli si dividono tra coloro che ritengono che il provvedimento rappresenti una grave violazione della libertà individuale (10%), coloro che paventano un danno per le attività economiche (10%) e infine coloro che lo reputano inutile per contenere i contagi e potenzialmente dannoso per chi si sentirà costretto a vaccinarsi, pur considerandolo un rischio per la propria salute (8%).