La scelta di Laura Pausini di non cantare 'Bella ciao' nel corso di una trasmissione tv spagnola continua a dividere la politica italiana. "Non voglio cantare canzoni politiche", si è giustificata la pop star italiana, motivando le ragioni del suo rifiuto 'canoro'. L'ex presidente della Camera ed esponente del Pd Laura Boldrini da una parte 'assolve' Pausini, dall'altra però sottolinea come il celebre inno della Resistenza partigiana non vada considerato un canto politico. "Credo sia legittimo che un'artista decida cosa cantare e cosa no. Però bisognerebbe chiarire che Bella ciao non è una canzone di parte. Magari si può credere questo ma non è così", spiega all'Adnkronos Boldrini.

'Bella ciao', sottolinea l'ex presidente di Montecitorio, "è un inno che si ispira alla libertà da una dittatura e rappresenta la democrazia italiana riconquistata. E' un inno noto per questo in tutto il mondo. Ricordo quando all'inizio della pandemia in altri paesi europei venivano organizzate manifestazioni di solidarietà nei confronti dell'Italia sulle note di Bella ciao, proprio per mandare questo messaggio". "Questa canzone è diventata popolare anche nelle serie tv: i personaggi della serie spagnola 'La casa di carta' intonano Bella ciao, per esempio. Considerare questa canzone 'politica', è una interpretazione non corretta", insiste Boldrini, che poi chiosa: "Bella ciao non è di parte, è l'Italia, la libertà. E in tutto il mondo è conosciuta per questo".