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Il caro-bollette mette a rischio anche la vita delle parrocchie. Se si cerca di scongiurare il taglio delle celebrazioni per risparmiare luce e riscaldamento, c'è però chi lancia un 'sos' sul web pubblicando le bollette. Lo ha fatto il parroco di San Vincenzo ad Atessa (Chieti). A San Vero Milis (Oristano) verrà spento il campanile di Santa Sofia, mentre a Claut (Pordenone) un parroco richiama la comunità a dare una mano citando l'art. 315 del codice civile ("diritti e doveri del figlio"). Da martedì 20 si riunisce il Consiglio Cei e, anche se non è all'ordine del giorno, il tema potrebbe vedere un primo confronto tra i vescovi.
A Roma il Vicariato sta aiutando le parrocchie a sostituire le vecchie caldaie, mentre a Palmi (Reggio Calabria) sono stati da poco inaugurati nuovi uffici diocesani dotati di pannelli solari. Fonti della diocesi di Roma spiegano anche che sono stati istituiti dei tavoli per "dialogare con i gestori" considerato che nelle parrocchie tutte le attività sono basate sul volontariato e la gratuità.
"Saremo attenti, forse riscalderemo i locali per periodi più contenuti, ma non prevediamo nessuna limitazione delle celebrazioni", dice all'ANSA monsignor Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara, nei giorni scorsi contestato per l'accorpamento di alcune parrocchie. "In diocesi ci sono 170 parrocchie di cui 90 sotto i mille abitanti, spesso il problema è anche pagare la bolletta della luce. La condivisione aiuta", spiega. Ma è ovunque una corsa contro il tempo perché dall'autunno la situazione potrebbe non essere sostenibile. D'altro canto cresce la domanda di aiuto rivolta alle parrocchie e alla Caritas da parte delle famiglie povere.
Già da anni il pagamento delle bollette alle famiglie fragili è una delle voci della carità, insieme alla distribuzione di alimenti o altri generi di prima necessità. E oggi è l'indicazione principale delle opere che verranno messe in campo dalle diocesi in vista della Giornata Mondiale dei Poveri che si celebrerà il 13 novembre.