Se la buca sul manto stradale è prevedibile non c’è alcun diritto al risarcimento. Anzi paga il cittadino che c'è cascato dentro. Lo dice la Cassazione. Ci sono voluti 13 anni perché una professoressa, che oggi ha 76 anni, siciliana, ma romana d’adozione, venisse a conoscenza di questa amara verità. In sostanza, la guida imprudente, che in questo caso sarebbe determinata da una scarsa attenzione posta nel verificare le condizioni del manto stradale, sono le cause del mancato avvistamento della buca, la cui presenza - anche in considerazione delle dimensioni della stessa e delle buone condizioni di visibilità - risultava prevedibile. Tali circostanze, pertanto, escludono il diritto al risarcimento del danno. 

Sentenza Corte d’appello

Confermando la sentenza della Corte d’appello, i giudici del Palazzaccio – ha riportato Lorenzo D’Albergo su Repubblica -  hanno ritenuto che la voragine fosse "non occultata da foglie o cartacce, perfettamente visibile, avvistabile da qualunque pedone che avesse attraversato la strada con un minimo di diligenza". Hanno confermato la versione dell’avvocatura capitolina, una memoria in cui si parla di "comportamento incauto della danneggiata", perché "un utente ha l’obbligo di prudenza e diligenza in una strada pubblica". Detto in altri termini, la donna dovrà pagare 30 mila euro per aver messo il piede in fallo ed essersi rotta un braccio. La vittima del cratere di via Taro, una delle strade principali dell’elegante quartiere Trieste, aveva chiesto un risarcimento da 100 mila euro per l’infortunio. La pretesa è stata bocciata in pieno dagli Ermellini: non è colpa del Comune se le strade sono tutte un rattoppo ed è facilissimo imbattersi in una buca, piuttosto i residenti tengano gli occhi aperti quando sono a passeggio e non si distraggano. 

La strategia difensiva

Il comune di Roma ha vinto grazie alla strategia difensiva utilizzata dagli avvocati che di fronte all’ennesima richiesta di risarcimento, hanno pensato bene di scrivere che "la presenza su strade pubbliche di sconnessioni, avvallamenti e altre irregolarità non costituisce un evento straordinario ed eccezionale, ma rappresenta, al contrario, una comune esperienza rientrante nell’id quod plerumque accidit (ciò che accade più volte) e, dunque, deve essere tenuta ben presente dagli utenti della strada che, quindi, hanno l’obbligo di comportarsi diligentemente per sé e per gli altri". 

Un vero paradosso

Il paradosso: per gli avvocati del campidoglio, ma ora anche per la Cassazione, siccome le strade di Roma sono da tempo immemore sconnesse l’automobilista avrebbe dovuto porre maggiore attenzione nella guida. Nei giorni scorsi, per una analoga caduta, l'aspirante assessora M5s era stata risarcita con mille euro dall'assicurazione del Campidoglio.  La legge è uguale per tutti? Forse.