Roma, 4 dic. (Adnkronos Salute) - Di fronte ad una malattia importante, come la diagnosi di tumore al seno avanzato, si viene inizialmente travolti dalla negatività, perché “siamo sempre abituati a dare troppo peso alle cose negative minimizzando le cose positive. Se facciamo il contrario, forse quello è un momento in cui iniziamo a vivere”. Così Catia, protagonista di una nuova puntata del Vodcast ‘E’ tempo di vita’, iniziativa promossa da Novartis insieme a Salute Donna Onlus e prodotta da OnePodcast. La donna, nel 2011 ha ricevuto la prima diagnosi e tre anni fa, quando tutto sembrava passato, è arrivata la recidiva con metastasi. Con la sua testimonianza, Catia racconta come gestire una condizione che, anche grazie ai progressi terapeutici, rimette al centro la propria vita, per una sua realizzazione sia nel presente che nella progettualità, come riporta un articolo di 'Alleati per la Salute' (www.alleatiperlasalute.it) il portale di informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.

Nel caso, ad esempio, della perdita dei capelli, Catia rifiuta la parrucca, "ho preferito nasconderli in qualche altro modo oppure provare anche cosa significasse avere una testa nuda. Quando ti rasi vedi che hai una testa perfetta. Trovare un punto di forza anche da un punto debole è sempre una cosa bella, perché fa sì che metti un po’ da parte le cose negative”. Forte di questa scelta, Catia trova il coraggio di non rinunciare alla sua passione, l’attività fisica e si rivolge alle altre donne che hanno ricevuto diagnosi simili invitandole a non preoccuparsi di “cosa pensano gli altri di loro”, perché “sono loro che devono pensare a se stesse, affinché gli altri percepiscano ciò che veramente sono”. E questo anche quando la malattia, dopo un periodo di tregua, si ripresenta con una recidiva.

Importante punto di svolta per Catia interessa infatti la sua passione per l’attività fisica: prima della malattia poteva fare tranquillamente una mezza maratona. Cerca allora un’alternativa che soddisfi la sua esigenza di movimento. La trova nello spinning che, tra musica e pedalate, la conquista. “Mi sono innamorata di un'attività meravigliosa” - racconta la donna , da semplice allieva diviene istruttrice e quindi “devi veramente studiare: studiare la musica, studiare i tempi, studiare il corpo, studiare gli allenamenti. Mi sono veramente appassionata, ma soprattutto è un momento in cui smetti di pensare”. In questa attività - si legge su alleatiperlasalute.it - cambia il modo di concepire il tempo stesso, che smette di essere un nemico e diventa tempo sospeso, che permette di estraniarsi dal proprio corpo, dalla malattia.

In questo contesto è importante che il medico sia accanto alla persona che ha in cura, non solo definendo i trattamenti più adeguati, ma anche valutando il lato psicologico ed emotivo. “Quello che mi sforzo di fare insieme alle pazienti - spiega Manuelita Mazza, oncologa senologa presso l'Istituto europeo di oncologia di Milano - è di contenere, ridurre l’ansia e di vivere l’adesso cercando di perdere il controllo, di non controllare sempre tutto quello che può succedere dopo, perdendo il tempo attuale, l’adesso”.

L’attività fisica, irrinunciabile per Catia è quindi un modo per mettere da parte i dolori, la malattia e le preoccupazioni: un corpo malato diventa corpo attivo in grado, addirittura, di insegna ad altri a trova la forza di non lasciarsi travolgere anche dalla recidiva. Certo, ci sono nuove terapie offrono oggi più tempo e la possibilità di godere di una buona qualità di vita. Ma Catia impone alla malattia di farsi da parte e continua a portare avanti ciò che ha costruito, non solo per se stessa ma anche per i suoi allievi, che hanno bisogno di quella valvola di sfogo dopo una faticosa giornata di lavoro. Attraverso lo spinning e il suo tempo sospeso, riesce anche ad affrontare la morte di sua madre, a gestire meglio il dolore per la perdita. Con il suo racconto, Catia circoscrive la malattia e si ritaglia il suo tempo di vita pieno e gratificante.

L’articolo completo è disponibile su www.alleatiperlasalute.it/la-voce-del-paziente/e-tempo-di-vita-vivere-loggi-e-progettare-il-futuro-oltre-la-malattia