Mario non si arrende e continua a lottare perché l’amore per il suo bambino va al di là di tutto e tutti. Ci prova ancora scrivendo una lettera alla madre di suo figlio, nonché ex compagna di vita, e all’avvocato di lei, sperando che possa aiutare a risolvere una situazione diventata per lui insostenibile. È dal  25 dicembre 2021, che questo padre ha iniziato lo sciopero della fame davanti alla sede della Cooperativa Solidalia di Romano di Lombardia (Bergamo), incaricata da 17 comuni Lombardi per la gestione della tutela dei minori.  

“Non vedo più il mio bambino dal 27 luglio 2021 e voglio continuare a combattere per riavere un rapporto con lui”.

Di seguito la lettera alla ex compagna:

“Non mi stupisce che la tua difesa sia basata sulla menzogna e manipolazione, è quello che eri anche con me quando stavamo insieme. Quello che mi delude e lascia basito è come tu accetti di percorrere un percorso giudiziario, per il bene superiore di nostro figlio, basato su falsità. non tenendo conto del suo bene e dell'amore che lui sente quando sta con me. Questo tuo lato vendicativo, egoistico ed egocentrico dovresti riuscire a metterlo da parte almeno per amore di tuo figlio, ma i tre anni di inferno ed alienazione sono la chiara risposta. Ora ti domando:  anche se ottieni ciò che vuoi (tagliarmi fuori dalla vita di nostro figlio) a chi fai del male davvero?  Se ottieni questo con la menzogna e la manipolazione, ha davvero un valore? Ti sei mai fermata a pensare con amore al bene superiore di nostro figlio, alla sua crescita armoniosa, senza mancanze? Purtroppo ormai vi conosco e non credo in un vostro cambiamento, spero però che questa lettera apra il cuore di qualcuno che la legge e cambi la vita di figli e genitori in difficoltà come la nostra”.

Mario scrive anche all’avvocato della madre di suo figlio:

“Cara avvocatessa, vorrei dirle poche parole ma di qualità, con l'intento di dimostrarle la differenza dell’anima delle persone oneste e civili e delle persone che non hanno scrupoli. Sto affrontando tutte le sue scorrettezze agli atti, dalle false accuse alle false dichiarazioni di altri da lei presentate, grazie a Dio poi, diffidata dinanzi all'autorità proprio da chi, secondo lei le ha dette. Sempre con dignità ed orgoglio la evito perché è chiaro come la sua etica professionale non sia volta al bene superiore dei minori che si trova ad assistere, ma, senza alcun pudore, crea conflittualità tra i genitori.  Non sono rancoroso con lei, neanche quando distorce le relazioni presentate dai servizi, cambiandone le parole ed il senso. Sono invece molto deluso perché, oltre a non avere un etica, non ha neanche rispetto per le altre donne che tanto dichiara di difendere”.