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Carlo Acutis, lo studente morto a 15 anni beatificato il 10 ottobre 2020 e che sarà santo come annunciato da Papa Francesco, per mamma Antonia Salzano rappresenta "la santità del quotidiano" perché la sua vita è stata "una preghiera continua".
"Un ragazzo normale che ha aperto il suo cuore a Cristo. E ha reso santa la sua normalità" aggiunge.
La famiglia Acutis si divide tra Milano, dove gestisce un'azienda, e Assisi, dove il ragazzo chiese di essere sepolto, venendo poi traslato nella chiesa di Santa Maria Maggiore dopo essere stato proclamato venerabile. La sua tomba, con il corpo visibile, è meta ogni anno di migliaia di pellegrini.
Antonia Salzano, originaria di Roma, ha 58 anni e il marito, torinese, 60. Carlo - ricorda - era nato casualmente a Londra dove la famiglia si trovava per motivi di lavoro. Carlo Acutis ha un fratello e una sorella nati entrambi dopo la sua scomparsa. "Un miracolo che mi annunciò lui in sogno" dice la madre. "C'è grande emozione - afferma ancora la donna dopo l'annuncio del Papa - anche perché di solito quando i santi vengono proclamati i genitori sono già defunti. Una gioia che condividiamo con tutti coloro che nel mondo ogni giorno pregano Carlo, che ci scrivono di lui e ci parlano di suoi miracoli".
Per Antonia Salzano il figlio è un "ragazzo che ci ricorda l'essenzialità della fede". "Ha reso santa la sua normalità - ha aggiunto - perché ha fatto tutto con Gesù: quando andava a giocare a pallone con gli amici o si impegnava per aiutare gli anziani e i senza tetto nelle strade di Milano. La sua era una sorta di Caritas domestica. C'era poi l'attività di catechista che ha svolto con passione, un'opera costante per diffondere la parola del Signore".
La madre sottolinea ancora "la vita semplice ed imitabile" di Carlo. "Non aveva le stigmate - aggiunge - o altri segni che caratterizzano i santi. La sua era una preghiera continua e quindi la santità del quotidiano. Può essere imitato e ci sprona a farlo". "Per lui - ricorda ancora la madre - l'eucarestia era l'autostrada per il Cielo. Diceva che 'il Signore fa capolavori se gli si apre il cuore' e che 'senza di lui non possiamo fare nulla'". Carlo Acutis scelse di essere sepolto ad Assisi dove la famiglia ha una casa. "Era devoto di San Francesco - conclude la madre -, amava la sua essenzialità e l'attenzione ai poveri".