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"E ci risiamo di nuovo. E’ diventato stancante rivedere un film visto e rivisto che ha un’unica trama: quella di trovare il capro espiatorio su cui riversare le responsabilità e le speculazioni sul caro carburante. Abbiamo visto e sentito di tutto in questi giorni. Un polverone di notizie e con chiunque parli, sono diventati tutti analisti di mercato e opinionisti. Noi di Angac vi anticipiamo la fine così evitiamo che i polveroni dettati da una certa stampa volutamente ignorante dalla politica pressata dalle lobby petrolifere e da alcune associazioni dei consumatori faccia da spunto. Ebbene la colpa ricadrà, in maniera chirurgica, come già accaduto nel passato, alla parte più debole della filiera: il benzinaio. La parte più debole è sempre la più bersagliata. Tutti puntano sui controlli per venire a capo delle speculazioni".
Così in una nota Gisueppe Balia, presidente dell'Angac (Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti). "Eppure - prosegue Balia - la volta scorsa la stessa strategia dei controlli adottata dal Governo Draghi a cosa ha portato? Ah vero! Alla mancata comunicazione dei prezzi al Ministero da parte del povero gestore (un fatto più formale che sostanziale) ed un’istruttoria da parte dell’antitrust sul paese di Livigno per ipotesi di cartello da parte delle piccole aziende del luogo. Ma una speculazione dichiarata dal Ministro all’epoca, può essere che sia stata letta male dagli organi di controllo? Angac, forte dell’esperienza dei controlli scorsi, auspica che il nuovo Governo sia più diretto e incisivo sulla verità e faccia per una volta e per sempre chiarezza. Chi sono tutti gli attori della filiera? Sono solo i gestori, i piccoli privati oppure c’è qualcuno di innominabile? Le compagnie petrolifere, le associazioni di categoria firmatarie degli accordi commerciali, le agenzie internazionali (platts), i grossi poteri finanziari, fanno parte della filiera o no?".
Angac si chiede: "I controlli sugli accordi firmati dalle OOSS palesemente pro-compagnia petrolifera; i controlli sulla determinazione dei prezzi di cessione e prezzi massimi, stabiliti da chi; gli accordi commerciali dove si evidenziano distorsioni sulla concorrenza e abuso di posizione dominante e di dipendenza economica; i controlli sui rimborsi ai gestori, vedi ad esempio, i cali a fine anno, dove, se devi avere € 10.000, si presentano con un’offerta, prendere o lasciare, di € 3.000; le fatture di cessione a prezzi discriminatori tra impianti della stessa bandiera, tipologie contrattuali illegali ecc. Ma chi li controlla? Chi controlla gli enormi profitti delle compagnie petrolifere in un settore chiaramente strategico per il paese? E cosa si è fatto per limitare questo strapotere? Un esempio? Fissare un prezzo controllato in momento di emergenza in cui è chiara una situazione di esasperata speculazione".
"È da tempo che Angac denuncia nello specifico, anche formalmente agli organi ministeriali, la palese illegalità presente ad ogni livello nel comparto distribuzione carburanti (contrattualistica, mercato tutt’altro che libero ...). E sarebbe ora che gli organi preposti ai controlli intervengano VERAMENTE sui veri soggetti che speculano sui consumatori e sugli stessi gestori di impianto senza scorciatoie e senza proclami", conclude la nota.