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22/12/2012 Roma, rientro dei Maro' in Italia per un permesso natalizio. Nella foto il maro' Salvatore Girone durante le dichiarazioni alla stampa
L’uomo è in debito con se stesso, da sempre e in ogni dove. Di una statistica infinita, quanto in parte sconosciuta, di errori e orrori, fa parte anche il caso del fuciliere di Marina Girone, da quattro anni sostanzialmente detenuto in India senza un processo e, soprattutto, senza che ancora si sappia in quale Paese dovrà essere giudicato, dopo la contestazione dell’Italia sulla giurisdizione pretesa da Nuova Delhi.
La sorte del militare è la stessa del suo collega Massimiliano Latorre, da qualche tempo in Italia per ragioni di salute. Entrambi erano in servizio a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie quando nel febbraio del 2012 furono uccisi a colpi d’arma da fuoco, esplosi secondo la magistratura indiana dai due fucilieri di Marina, due pescatori imbarcati in un peschereccio al largo delle coste del Kerala.
È dato per certo che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, dove peraltro pare ci fossero anche altre navi oltre a quella italiana. I militari vennero tratti in arresto a seguito di un attracco non dovuto e avvenuto secondo una dinamica poco chiara e soprattutto legata a responsabilità anche italiane nella gestione e nelle decisioni forse troppo precipitose adottate subito dopo il fatto.
Responsabilità che poi si estesero a macchia d’olio sul fronte politico, senza che nessuno dei governi succedutisi nel tempo sia riuscito a tenere alto, o almeno dignitoso, il nome della nostra diplomazia. Al contrario, un fallimento dopo l’altro.
Finalmente, il primo risultato concreto del governo italiano arriva nell’agosto del 2015, quando il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo determina che l’Italia e l’India si astengano dal prendere qualsiasi misura giudiziaria o amministrativa contro i due marò, in attesa di cosa in merito deciderà del tribunale arbitrale.
Ed è proprio nelle more del tempo necessario per conoscere le decisioni di detto tribunale, che ieri è filtrata la buona notizia, confermata oggi ufficialmente, del Tribunale dell’Aja: Salvatore Girone potrà rientrare in Italia. È la fine di un incubo, figlio di un coacervo di arroganza e di speculazioni da parte indiana, nonché di errori su errori da parte italiana. Con tutte le conseguenze e le relative angosce e assurdità sulle spalle dei due giovani militari e delle loro famiglie.