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Close up person hand out of the car window holding the driver license as shows it to the police officer for control
Per provare la guida in stato di ebbrezza potrebbero bastare le testimonianze della polizia in merito a odore di alcol o incapacità di autocontrollo: è quanto emerge da una sentenza della Cassazione che, però, si riferisce a un caso specifico risalente allo scorso luglio.
Respingendo il ricorso di un automobilista di Brescia, la Cassazione spiega che “poiché l’esame strumentale non costituisce una prova legale, l’accertamento della concentrazione alcolica può avvenire in base ad elementi sintomatici per tutte le ipotesi di reato previste dall’articolo 186 del Codice della strada (su guida in stato di ebbrezza) e qualora vengano oltrepassate le soglie superiori la decisione deve essere sorretta da congrua motivazione”.
Come riportato da Ansa, secondo i giudici, motivazioni congrue sono anche le testimonianze e non i test.
Come si legge nella sentenza, “Ne consegue pertanto che, in assenza di un espletamento di un valido esame alcolimetrico, il giudice di merito può trarre il proprio convincimento in ordine alla sussistenza dello stato di ebbrezza di adeguati elementi obiettivi e sintomatici, che nel caso in esame i giudici di merito hanno congruamente individuato in aspetti quali lo stato comatoso e di alterazione manifestato dall'imputato alla vista degli operanti, certamente riconducibile ad un uso assai elevato di bevande alcoliche, certamente superiore alla soglia di 1.50”.