“Arrivano moltissimi messaggi di solidarietà indirizzati a Cecilia. Appena sarà possibile, saprà di tutto questo affetto”. Lo scrive sui social Daniele Raineri, il fidanzato di Cecilia Sala, la giornalista arrestata il 19 dicembre in Iran e ancora nel carcere di Evin a Teheran "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran".

Intanto, si sono mossi anche gli Stati Uniti, che hanno chiesto a Teheran il "rilascio immediato e incondizionato" di tutti i prigionieri che il regime usa come "leva politica".

Daniele Raineri, giornalista de “Il Foglio”, ha ribadito: “Cecilia Sala è andata a lavorare in Iran con un visto giornalistico. Al penultimo giorno è stata arrestata dalle autorità iraniane e rinchiusa in una cella d’isolamento nella prigione di Evin, a Teheran. La prima visita in carcere è stata autorizzata soltanto dopo otto giorni in isolamento”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue "con costante attenzione la complessa vicenda di Cecilia Sala" fin dal giorno del fermo. Riguardo ai tempi per il rilascio della giornalista, il vicepremier Antonio Tajani, ospite su Rete 4, ha spiegato: “Sono quelli che sono, ma abbiamo notato una certa disponibilità soprattutto per quello che riguarda il trattamento di Cecilia. Il dialogo è aperto. Stiamo lavorando per riportarla a casa il prima possibile”.

I tempi “non sono ipotizzabili" e "la trattativa è molto delicata, non è facile. Noi facciamo tutto il possibile affinché i tempi siano brevi, però non dipende da noi”, ha sottolineato il ministro Tajani che ha spiegato: "L'altro giorno la nostra ambasciatrice l'ha visitata in carcere, le condizioni di salute sono buone, certamente è preoccupata per la detenzione e spera di uscire quanto prima, ma è una ragazza forte, è una giornalista esperta, è stata confortata dall'ambasciatrice e comunque ha visto che è in cella da sola".

Arrestata "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran"

Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell'orientamento islamico dell'Iran ha confermato in una nota l'arresto di Cecilia Sala "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran".

Lo scrive l'agenzia Irna: "In una dichiarazione di lunedì, si afferma che la politica del Ministero iraniano della Cultura e della Guida Islamica ha costantemente accolto con favore i viaggi e le attività legittime dei giornalisti di vari media internazionali. Il ministero mira ad aumentare la presenza dei media stranieri nel paese e a tutelare i loro diritti legali, una politica che viene perseguita attivamente dall'attuale governo, si legge nella nota. Si sottolinea che una cittadina italiana, Cecilia Sala, si è recata in Iran con un visto da giornalista il 13 dicembre 2024, ma è stata arrestata il 19 dicembre 2024 con l'accusa di aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran. La dichiarazione rileva che il suo caso è attualmente sotto indagine, aggiungendo che il suo arresto è stato condotto in conformità con le normative pertinenti. L'ambasciata italiana a Teheran è stata informata e durante questo periodo le è stato concesso l'accesso consolare ed è in contatto telefonico con la sua famiglia.

Ipotesi triangolazione

Le autorità stanno esplorando diverse opzioni per riportare Cecilia in Italia, incluso uno scambio di prigionieri che coinvolgerebbe gli Stati Uniti. Alcune fonti suggerirebbero che l'arresto di Cecilia Sala potrebbe essere una mossa di ritorsione dell'Iran per un caso di estradizione (quello di Mohammad Abedini Najafabadi, bloccato su ordine della giustizia americana all'aeroporto milanese di Malpensa tre giorni prima dell'arresto di Cecilia Sala a Teheran) richiesto dagli Stati Uniti.

La situazione rimane delicata e complessa, ma si spera in una soluzione positiva nel minor tempo possibile. 

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