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È ancora mistero sui motivi dell'arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, da oltre una settimana in isolamento nel carcere di Evin, dove vengono tenuti i dissidenti.
Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, non si esclude un possibile nesso con il fermo, avvenuto il 16 dicembre scorso all'aeroporto milanese di Malpensa di un cittadino iraniano, Mohammed Abedini Najafabad. Su di lui pende un mandato di cattura degli Stati Uniti, che lo accusano di aver fornito ai pasdaran iraniani tecnologia per la fabbricazione di droni.
Un legame ovviamente da dimostrare, in attesa che vengano rese note le "imputazioni" che hanno portato all'arresto di Cecilia Sala. "Dalla mattina di giovedì, da quando abbiamo perso le sue tracce, ci siamo uniti tutti con un unico obiettivo: portare Cecilia a casa al più presto", ha detto il direttore di Chora Media Mario Calabresi in un'intervista al Corriere della Sera. "Questo era un viaggio a cui Cecilia teneva molto. Era tanto tempo che aveva chiesto il visto", ha aggiunto Calabresi, sottolineando come la giornalista fosse stata come sempre "scrupolosa, seria, che studia. Erano già uscite tre puntate della serie Stories, il podcast che conduce per Chora. Poi, giovedì, la nostra collega Francesca Milano mi ha chiamato e mi ha detto 'non è arrivata la registrazione di Sala'. Otto giorni dopo ancora non lo sappiamo siamo in assenza di un'accusa formalizzata e quindi, inizialmente, la speranza era che questa cosa si potesse risolvere in fretta, motivo per cui siamo rimasti una settimana in silenzio", ha spiegato Calabresi.
Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la giornalista è "in buona salute", "detenuta in una situazione tranquilla, è sola in una cella" e "ha già avuto la possibilità di parlare due volte con i propri familiari", e ha ricevuto la "visita consolare da parte della nostra ambasciatrice a Teheran Paola Amadei, che è stata più di mezz'ora con lei. Non possiamo dire altro al momento, stiamo monitorando la situazione con molta attenzione", ha aggiunto il titolare della Farnesina.