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Il 94% degli italiani, secondo i dati elaborati dall’Autority della comunicazione, possiede un telefono cellulare o smartphone. Ciò vuol dire che ci sono 94 linee ogni 100 abitanti.
Rispetto all’Italia, in Europa sono indietro, fra gli altri, la Germania (79%), il Belgio (77%) e la Francia (68%). Peccato che al primato italiano non corrisponda un benessere economico generale, complici altri record, di cui andare però poco fieri, come ad esempio quelli della corruzione e dell’evasione fiscale.
Sull’argomento dei cellulari, c’è da mettere in evidenza che un elevato numero di linee di telefonia mobile, qual è appunto il caso dell’Italia, significa che si può andare incontro a grossi problemi, derivanti dalle altrettanto alte probabilità d’intasamento e quindi di blocco delle linee medesime. Chiare, a questo proposito, le parole del presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, che qualche tempo fa ebbe a dichiarare: “La rete fissa è ormai satura e quella mobile rischia crisi d’intoppo”.
In questi ultimi anni, dunque, l’innovazione tecnologica è stata travolgente, con importanti effetti positivi sul piano della crescita sociale ed economica. Tuttavia, si tratta di un progresso che deve essere costantemente alimentato da nuove ricerche per evitare intasamenti letali soprattutto per quelle attività lavorative che sono nate grazie, appunto, ai sempre più evoluti sistemi di comunicazione, informazione, gestione di dati e organizzazione aziendale.