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C’era una volta la villeggiatura, la lunghissima vacanza che poteva arrivare a durare anche 3 mesi, praticamente l’intera estate.
La maggior parte degli italiani, dagli anni ‘60 fino agli anni ‘80 (decennio in cui le ferie hanno iniziato ad essere sempre più brevi), partiva in giugno e tornava in settembre: appena chiudevano le scuole, si caricavano le automobili, unico mezzo di trasporto accessibile a tutti, con tutto ciò che si poteva e si partiva verso il mare dove si trascorreva poi l’intera stagione estiva.
Tante donne erano casalinghe quindi stavano al mare con i propri figli mentre i mariti tornavano da loro ogni venerdì e ripartivano per andare a lavoro, solitamente in fabbrica, la domenica sera.
Chi è stato bambino all'epoca racconta che quasi ci si dimenticava del paese o della città di provenienza, perché in 3 mesi ci si abituava a stare nel luogo di villeggiatura, quasi come se si avesse cambiato casa.
Le amicizie strette durante quelle lunghe estati duravano tanti anni, spesso fino all’età adulta quando ci si rincontrava nello stesso luogo con gli “amici del mare”, magari assieme alle rispettive famiglie.
Le tavolate a pranzo e a cena in spiaggia non avevano mai un numero fisso di commensali: si stringevano rapporti molto facilmente perché ogni famiglia aveva in media 3-4 figli e i gruppi di persone diventavano sempre più numerosi.
Ovviamente al mare niente panini e insalatone da mangiare velocemente come ora, ma pastasciutte cucinate a chili (“metti che poi si aggrega qualcuno”), fettine impanate, melanzane e zucchine fritte, teglie di pasta al forno e insalatiere di riso freddo che intrattenevano i commensali ore e ore. Non era raro che nel fine settimana si arrostisse in pineta e, dopo mangiato, non mancava un bel tuffo tra le acque più o meno limpide a seconda del luogo scelto nonostante le grida delle mamme e delle nonne che intimavano ai propri figli e nipoti di aspettare almeno 3 ore da dopo mangiato per fare il bagno.
Le urla delle mamme si facevano sentire spesso anche la sera quando inevitabilmente si abbassavano ancora di più le temperature, visto che il gran caldo di adesso era sconosciuto e che al massimo si arrivava a 30 gradi per 3-4 giorni in 3 mesi, e ripetevano ai figli di coprirsi rincorrendoli con immancabili giacche di jeans in mano.
Ma giubbottoni e maglioncini facevano parte del bagaglio di ogni famiglia visto che dopo ferragosto arrivavano puntualmente le prime piogge e i primi temporali, ma nonostante il tempo i bambini continuavano a giocare in strada con il pallone e a fare giri in bicicletta.
Le giovani coppie che vivevano il loro primo amore continuavano a scambiarsi sfuggenti baci sulla spiaggia, resi ancora più dolci dal sapore di soave malinconia di fine estate con le promesse, a volte mantenute e a volte no, di scriversi una volta rientrati dalle vacanze.
A settembre, tornati nel proprio paese o città, spesso sembrava di vedere le strade, i monumenti e anche la propria casa per la prima volta e, inevitabilmente, il primo giorno di scuola, maestri e professori assegnavano come compito un tema sulla villeggiatura. Bambini e ragazzi rivivevano così i momenti di estati che sembravano "normali" e scontate ma che con il passare del tempo avrebbero ricordato con emozione e nostalgia.