Nel silenzio solenne che accompagna la sede vacante, un nome torna a far discutere tra le mura del Vaticano: quello del cardinale Angelo Becciu. Figura centrale in uno dei processi più delicati dell’era bergogliana, l’ex sostituto alla Segreteria di Stato potrebbe partecipare all’elezione del prossimo Pontefice. Un’ipotesi che fino a poco tempo fa sembrava improbabile, ma che ora trova conferma in una laconica dichiarazione della Sala Stampa vaticana: “Presumo di sì, sono invitati tutti”, ha risposto un portavoce a chi chiedeva se anche Becciu fosse stato convocato per le congregazioni preparatorie.

Formalmente il cardinale pattadese non è mai stato privato della porpora. Nonostante la condanna in primo grado nel processo per gestione opaca di fondi vaticani, Papa Francesco, infatti, non ha emesso alcun decreto che lo escluda dal Collegio cardinalizio. Si è limitato, nel 2020, a sospendere alcune sue funzioni, ma senza toccare il diritto più importante: quello di partecipare al Conclave.

Lo stesso Becciu, in passato, ha ribadito la legittimità della sua posizione. “Il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie, in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto”, ha affermato, rievocando il Concistoro in cui fu nominato cardinale Arrigo Miglio, già arcivescovo di Cagliari, città che accolse Francesco nel settembre 2013.

Il diritto canonico sembra dargli ragione. Come osservano diversi esperti, tutti i cardinali elettori sotto gli ottant’anni hanno accesso al Conclave, salvo esclusioni esplicite da parte del Pontefice. Non è ancora chiaro se Becciu farà parte del gruppo incaricato di eleggere il nuovo papa, ma, in assenza di un provvedimento in tal senso, nulla gli impedirebbe di entrare nella Cappella Sistina.