I numeri dell'epidemia Covid sono in aumento in Italia, tra nuovi contagi, ricoveri e terapie intensive, ma l'Italia resta ancora tutta bianca e nessuna regione rischia il giallo dalla prossima settimana. Tra le province regna una curva disomogenea, di crescita lineare, di accelerazione ma anche, in alcuni casi, di rallentamento.

In generale, però, "al momento la situazione è sotto controllo, non ci dovrebbero essere cambiamenti" sul fronte dei colori anche se tre regioni, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Marche vengono monitorate da vicino. Guardando a ciò che accade nei Paesi Ue, sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza, "dobbiamo tenere alta l'attenzione e insistere sulle vaccinazioni" che devono crescere sia sulle prime che sulle terze dosi. All'attivo l'86,86% delle persone vaccinabili che hanno fatto la prima dose e l'84% che ha completato il ciclo vaccinale.

"Sono ore intense e delicate, siamo ancora dentro la sfida del Covid", ha detto Speranza. Analizzando i numeri, il bollettino quotidiano del ministero della Salute fornisce un quadro di casi in aumento con 10.638 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore contro i 10.172 del giorno precedente. Sono invece 69 le vittime in un giorno contro le 72 di ieri. Il tasso di positività è all'1,7% (1,9% ieri); in 24 ore le terapie intensive registrano +17 mentre i ricoveri +28. I tamponi sono 625.774 (537.765 ieri). Dall'inizio della pandemia i casi totali sono 4.893.887, i morti 133.034; gli attualmente positivi 132.513.

Intanto nella settimana 10-16 novembre, rileva il monitoraggio indipendente settimanale della Fondazione Gimbe, c'è stato un "netto incremento della circolazione virale con impatto ospedaliero" al momento contenuto "grazie ai vaccini". Rispetto alla precedente analisi, si rileva un aumento del 32,2% di nuovi casi di infezione da Sars-Cov-2 (54.370 rispetto a 41.091), un aumento del 15,5% dei ricoveri di pazienti con Covid-19 che presentano sintomi (3.970 rispetto a 3.436) e un aumento del 14,3% delle terapie intensive (481 rispetto a 421).

Inoltre nel periodo considerato continuano a salire del 23,1% anche i casi attualmente positivi (123.396 rispetto a 100.205), del 23,5% le persone in isolamento domiciliare (118.945 rispetto a 96.348), e del 21,8% i decessi (sono stati 402, di cui 28 riferiti a periodi precedenti). In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è aumentato da 2.371del 16 ottobre a 3.970 del 16 novembre (+67,4%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 481 del 16 novembre (+42,3%). Triplicata in un mese la media dei casi giornalieri.

Per quanto riguarda la geografia dei contagi, in 7 Province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste, Bolzano, Gorizia, La Spezia, Forlì-Cesena, Padova e Vicenza. In 84 si registra un'incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti. "Di fronte a questi numeri è inaccettabile che gli amministratori non abbiano introdotto restrizioni locali, seppur impopolari, accettando il rischio che la diffusione del contagio trascini l'intera Regione in zona gialla", commenta il presidente Gimbe Nino Cartabellotta. Ad oggi, solo il Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Bolzano "sono molto vicini alla zona gialla".

La situazione rassicura il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, è sotto controllo al momento e nessuno rischia di passare in zona gialla ma non mancano scenari di allerta. Secondo l'indice calcolato dall'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica, 7 le regioni e una Provincia Autonoma che presentano un quadro di rischio: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Val d'Aosta, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria più la PA di Bolzano. Un andamento della curva che non è uguale per tutta Italia.

Il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) rileva una "situazione eterogenea nelle province. In alcune la curva dell'epidemia rallenta, in altre no". In particolare, dice l'esperto del Cnr, "continua a diminuire il numero di province la cui incidenza negli ultimi sette giorni è aumentata di almeno il 40% rispetto a quella dei sette giorni precedenti" e che attualmente è sceso a 39. Sono 54 le province in crescita lineare, con in testa Trieste. Frena la crescita in 19 mentre si rileva uno 'strano' trend di decrescita in 10 province.