Dopo l’appello di psicologi ed esperti arriva il sì dal Viminale per la passeggiata di minori, disabili e anziani. Ma rispettando alcune fondamentali condizioni. 

Figli minorenni, anziani e inabili possono essere portati in giro a piedi, ma da una sola persona che li acocmpagni e senza correre. Lo comunica ministero dell’Interno. Camminare con i propri figli minorenni è consentito. Ma non si può uscire con tutta la famiglia e bisogna comunque restare vicino casa (limite dei 200 metri). Lo ha chiarito una circolare del 31 marzo, che riguarda anche l’accompagnamento di anziani e inabili.

La circolare è stata firmata dal capo di gabinetto del ministro dell’Interno. Tutto questo va poi incrociato con eventuali ordinanze locali in contraddizione.

Finora l’argomento era rimasto sotto traccia rispetto ad altre questioni legate alle attività all’aperto. Come se le esigenze dei runner o degli animali domestici fossero in primo piano rispetto a quelle dei bambini. Ora, fra i chiarimenti del 31 marzo, viene affrontato esplicitamente anche questo tema.

Viene spiegato che il passeggiare con i propri figli si può considerare un’attività motoria all’aperto e per questo è consentito. Ma a quattro condizioni: i figli devono essere minorenni,  deve essere presente un solo genitore, si deve rimanere «in prossimità della propria abitazione», e si deve rispettare il divieto generale di assembramento e si deve tenere come sempre «la distanza di sicurezza minima di un metro da ogni altra persona».

Resta comunque vietato andare in parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici, perché non sono consentite attività sportive (come lo jogging, che non viene considerato come una semplice attività motoria), ricreative o ludiche. Queste disposizioni valgono anche a chi si occupa di assistere anziani e inabili. Perché - spiega la circolare - si tratta di spostamenti riconducibili «a motivazioni di necessità o salute».