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I bambini in Italia non sono tantissimi, circa 8 milioni, forse anche per questo i loro diritti naturali non sono mai stati una priorità. Anche prima dell’emergenza sanitaria i bambini non stavano all’aperto ma rinchiusi tra palestre, scuole e case. A differenza degli altri paesi europei, l’Italia non è mai stata un paradiso per l’”educazione all’aria aperta”. A fare le spese di questa emergenza Coronavirus sono soprattutto loro. Da quasi un mese non vanno più a scuola e anche loro sono blindati in casa, in quarantena forzata, tanto che i bambini si sono ritrovati con meno diritti dei cani.
A loro, a differenza degli amici a 4 zampe non è permessa neanche una passeggiata. Gli unici a essere fortunati sono quelli che vivono in case grandi con ampi giardini. Tv, videogiochi, valanghe di compiti e merendine sono gli unici compagni dei più piccoli. Nessuna deroga nemmeno per bambini iperattivi, psichiatrici, disabili
Anche i pediatri sono preoccupati per il fatto che ai bambini non sia data alcuna possibilità di uscire; il giornale Uppa (un pediatra per amico) lancia un appello: “Le misure che il governo ha emanato in queste ultime settimane non prendono in alcuna considerazione le necessità dei bambini. La situazione di isolamento prolungato in cui vivono rischia di provocare, e in alcuni casi sta già provocando, problematiche che compromettono la salute e il benessere dei più piccoli, tra cui alterazioni nel ritmo sonno/veglia, scorrette abitudini alimentari, abuso di tecnologie. I bambini, esposti a situazioni di stress prolungato, rischiano di pagare un prezzo altissimo sul piano della salute mentale”.