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Un buco di 720 milioni di euro. Questo il disastro economico che potrebbe lasciare in dote, al calcio, lo stop causato dal Coronavirus. Una voragine difficile da colmare. La Lega si è quindi rivolta al governo per chiedere: non aiuti economici diretti, non contanti, per intenderci, ma un rinnovamento di leggi obsolete e uno snellimento di pratiche che oggi ostacolano la crescita progressiva del calcio italiano, che nel 2020 viaggia con norme pensate negli anni ’80, quando internet era un miraggio.
La Serie A, che con il 10% dei ricavi totali sostiene e tiene in piedi anche le Leghe di B e di C, è pronta ad investire e chiede la semplificazione in ambito burocratico per la costruzione di stadi e impianti, oltre che la revisione della Legge Melandri per i diritti tv e della Legge 91/81 sui contratti dei calciatori.
L’abolizione del divieto di pubblicità delle agenzie di betting. Di questo si è discusso nelle riunioni di martedì e mercoledì: i club hanno stilato un documento con le richieste elencate e Dal Pino ha potuto comunicare ai presidenti la ricezione positiva da parte della Figc.Ad accendere la miccia è stato De Laurentiis, irritato dalle scelte di Inter e Juventus, che hanno concesso ai propri atleti di viaggiare verso l’estero. Secondo il presidente del Napoli, bianconeri e nerazzurri sarebbero in netta difficoltà qualora riprendesse il campionato, proprio perché i calciatori rientranti dovrebbero rispettare un ulteriore periodo di quarantena senza potersi allenare in gruppo.
Sempre secondo De Laurentiis, sarebbe proprio questo fattore a determinare le posizioni di bianconeri e nerazzurri, proiettati verso l'interruzione del campionato in corso, a suo modo di vedere, per evidenti difficoltà nella gestione dei casi di cui prima.