Oggi, 27 dicembre, in tutta Italia, così come in tutta Europa, si tiene il ‘Vaccine day’: l'avvio "simbolico" della campagna di vaccinazione anti Covid-19.

Ieri 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech sono arrivate dal Belgio all’ospedale Spallanzani di Roma e da qui l’esercito le ha prelevate per distribuirle in tutte le altre Regioni.

In Sardegna il C27J dell’Aeronautica Militare è atterrato ieri sera alle 21:51con le prime 180 dosi di vaccino.

Le successive dosi di Pfizer, così come previsto dal Piano Vaccini, saranno consegnate direttamente dalla casa farmaceutica ai 300 siti di somministrazione individuati dalla Struttura commissariale in accordo con le Regioni.

Come ricordato dal ministero in una nota, infatti, le dosi di vaccino consegnate a tutti i Paesi europei per il 27 dicembre sono in numero "simbolico". La distribuzione vera e propria inizierà dalla settimana che inizia il 28 dicembre e all'Italia arriveranno circa 470mila dosi ogni settimana.

Allo Spallanzani, sono stati già vaccinati i primi operatori sanitari (foto). “È il giorno che aspettavamo da tempo – ha detto il ministro Speranza -. La strada è ancora lunga, ma finalmente abbiamo il vaccino”.

Categorie prioritarie nelle fasi iniziali.

Operatori sanitari e sociosanitari. Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all'infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.

Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un'elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane.

Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull'età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l'età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione.