Il Cts è una struttura d'emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell'emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge”. Lo dice al Corriere della Sera Fabio Ciciliano, componente del comitato tecnico scientifico, spiegando che “verso le fasi finali di ogni emergenza si passa al cosiddetto hand over. Le prerogative dell'organismo costituito per la gestione dell'emergenza vengono ricondotte nell'alveo della gestione ordinaria, ad esempio ai ministeri competenti. A quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici chiamati in condizioni straordinarie”.  

Sui 2 anni di lavoro all’interno del Cts, Ciciliano afferma che è “difficile da dimenticare, nel bene e nel male. Le sensazioni si sono alternate, a più riprese. Dall'angoscia iniziale, quando il Paese era chiuso, all'ottimismo di oggi. Anni contraddistinti da travaglio interiore. Noi elaboravamo pareri senza conoscere il nemico invisibile, il virus, di cui non si sapeva nulla. Finalmente oggi le condizioni per guardare lontano ci sono tutte. Aspettiamo ancora qualche settimana per essere certi di poter saltare di gioia. L'indice di trasmissione del virus Rt e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti di medicina sono parametri in discesa veloce. Le proiezioni dicono che continuerà così. Il miglioramento è sostanziale. Nelle precedenti ondate la discesa non è mai stata tanto ripida. Anche nel 2020 il calo fu deciso ma l'Italia usciva da un lockdown molto duro. Ora il merito è dei vaccini e del senso di responsabilità esibito dalla quasi totalità dei cittadini. La variante Omicron è stata meno aggressiva delle precedenti dal punto di vista clinico e ci ha dato una mano”.  

"È paradossale – prosegue Ciciliano - che sia necessario l'obbligo per costringere i no vax a proteggere la loro salute. I fragili adesso sono loro. L'Rt lo scorso venerdì era sullo 0,98. Significa che un portatore di virus ne contagia meno di uno e questo accompagna l'epidemia verso lo spegnimento. Ci aspettiamo che domani, col nuovo monitoraggio, il valore scenda. Quanto alla discesa più lenta del numero di morti, le due tempistiche, delle infezioni e della mortalità, non possono essere paragonate. La seconda è condizionata da molte variabili. Le condizioni di partenza del malato, l'età, la precocità della diagnosi. Siamo in una fase molto favorevole, però il livello di attenzione deve rimanere alto in quanto siamo ancora nella pandemia. Il virus circola, può sempre colpire ed è meglio non prenderlo perché può far male. Per precauzione estrema continuerei a indossare la mascherina specie in caso di assembramenti finché dura la stagione fredda”.