"Discreta anche se non ottimale". Questa la situazione del quadro pandemico italiano secondo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, il quale in un'intervista al 'Corriere della Sera' spiega che l'allarme lanciato da alcune Regioni, come Veneto e Alto Adige, dipende da "un numero molto rilevante di non vaccinati che mantengono alta la circolazione del virus". "Non hanno capito quanto rischiano, la variante Delta - spiega il professore di Igiene all'università cattolica Fondazione Gemelli - ha cambiato radicalmente la dinamica dell'epidemia perché ha incrementato la contagiosità e reso necessario oltre alla vaccinazione, l'adozione di misure ulteriori come il passaporto verde che infatti molti altri Paesi stanno reintroducendo, e ne discute anche la Gran Bretagna".

"La Danimarca - porta ad esempio Ricciardi - dopo aver raggiunto una percentuale di vaccinati più alta della nostra e aver tolto le misure restrittive, sta assistendo alla risalita dei casi tanto che verrà ripristinato l'obbligo di mascherine al chiuso. Con questa variante il gioco è cambiato. Non ci si può accontentare di contenere, bisogna andare oltre. C’è poi Israele: ha vaccinato in modo estensivo la popolazione con la terza dose, ha adottato il green pass e ha iniziato a pianificare la campagna di immunizzazione dei bambini. È la via da seguire, sarà il primo Paese a venirne fuori".

Quanto all’Italia, afferma, "purtroppo è vincolata all'agenzia europea Ema che prende le decisioni con due o tre mesi di ritardo rispetto agli americani della Fda. Tanto basta alle ondate per ripartire. Ema ha tardato sulla necessità della terza dose e del richiamo per i vaccinati con Johnson&Johnson, a partire dai due mesi dall'unico inoculo. Le Regioni fanno bene ad alzare la guardia. L'aumento dei casi ci sarà. Ma non tale da mettere sotto scacco gli ospedali. Non credo che torneremo agli stessi livelli di emergenza".

"E’ importante – sottolinea Ricciardi – vaccinarsi anche contro l'influenza che quest'anno si annuncia più aggressiva". Tornando al vaccino anti Covid, "abituiamoci all'idea di ricevere tutti quanti una dose di richiamo, o booster, con una certa periodicità come avviene per l'influenza. L'immunità stimolata da questi vaccini non è permanente, gli anticorpi nel tempo scendono. La memoria immunitaria - conclude - protegge le persone con bassi livelli di anticorpi dalla malattia grave, ma non dall'infezione. È un problema di sanità pubblica. Poi chi viene contagiato è costretto ad assentarsi dal lavoro e parliamo di decine di migliaia di persone".