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L'Italia, per prima in Europa, reintroduce, con un'ordinanza del ministro della Salute Orazio Schillaci, l'obbligo di tamponi negli aeroporti per controllare i viaggiatori in arrivo dal Paese asiatico.
La decisione di Pechino di riaprire le frontiere dopo tre anni e il liberi tutti sui viaggi nel pieno dell'ondata che sta travolgendo il Dragone rischiano infatti di provocare un nuovo disastro globale. E anche l'America ha imposto l'obbligo di test negativo per i viaggiatori in arrivo dalla Cina, dove nel frattempo si allungano le file di malati davanti agli ospedali e gli obitori - secondo le informazioni che filtrano - sono al collasso. I numeri che circolano sono allarmanti: secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora. Già ieri la decisione della Regione Lombardia di partire con i controlli a Malpensa ha scoperchiato l'emergenza: quasi un passeggero su due, tra quelli che il 26 dicembre sono arrivati nello scalo milanese dalla Cina a bordo di due voli, è risultato positivo al Covid.
Orientamento che è stato seguito oggi anche dall'aeroporto di Fiumicino. Poi è arrivata la decisione del governo che ha imposto i test obbligatori e la quarantena per chi viene trovato positivo. "Abbiamo sempre creduto che le misure di prevenzione all'epidemia debbano essere appropriate, senza sfavorire i normali scambi tra le popolazioni", è stato il primo commento affidato in serata all'ANSA dall'ambasciata cinese a Roma, che ha chiesto di "portare avanti la lotta all'epidemia in modo scientifico per garantire la sicurezza nella circolazione delle persone tra i vari Paesi e mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento e della catena industriale globale". Ma non è solo l'Italia ovviamente ad essere preoccupata. Tamponi obbligatori sono stati già decisi da Usa, India, Giappone, Malesia e Taiwan.
Nella sua ordinanza Schillaci ha disposto anche il sequenziamento del virus, misura indispensabile per garantire la sorveglianza e l'individuazione di eventuali varianti. Sarebbero infatti proprio le nuove varianti che si stanno sviluppando in Cina, oltre all'allentamento delle restrizioni, le ragioni dell'impennata del Covid: in particolare la cosiddetta Gryphon, cioè la XBB, indiziata numero uno per l'aumento di casi e ricoveri. Potenziamento dei test e attenzione alla circolazione del virus sono le leve sulle quali chiedono di agire anche i principali ospedali italiani, a partire dallo Spallanzani di Roma, e la Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere. Strumenti da mettere in campo per non vanificare in Italia il ritorno alla normalità. In questa settimana infatti si è registrato un ulteriore calo di circa il 10% dei ricoveri ed è in arrivo un ulteriore allentamento delle misure, con l'introduzione della quarantena breve e il reintegro dei medici no vax, norme contenute nel provvedimento sui Rave. Anche se preoccupano i dati del Lazio, che ha registrato un boom di contagi con un aumento di 2250 casi nelle ultime 24 ore: il rapporto tra positivi e tamponi è schizzato al 17%, oltre 5 punti in più rispetto a ieri che era all'11,9%.