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Dopo i difficili anni della pandemia “la situazione della sanità in Italia si trova ad attraversare una nuova fase di criticità che sembra diventare strutturale. Si registra una costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie”. Lo ha detto oggi il Papa nell'udienza agli otorinolaringologi e pediatri.
“La perdurante crisi economica – ha aggiunto il Pontefice - incide sulla qualità della vita di pazienti e di medici: quante diagnosi precoci non vengono fatte? Quante persone rinunciano a curarsi? Quanti medici e infermieri, sfiduciati e stanchi, abbandonano o preferiscono andare a lavorare all’estero? Sono questi alcuni dei fattori che ledono l’esercizio di quel diritto alla salute che fa parte del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa e che è sancito dalla Costituzione italiana quale diritto dell’individuo, cioè di tutti – nessuno escluso –, specialmente dei più deboli, e quale interesse della collettività, perché la salute è un bene comune. La sanità pubblica italiana è fondata sui principi di universalità, equità e solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati”.
Il Papa ha quindi lanciato un appello: “Per favore conservate questo sistema che è un sistema popolare”, di “servizio al popolo”. “Non cadere nell'idea efficientista” e “nella medicina a pagamento”.