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"Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare". Così il ministro all'Istruzione Fioramonti alla radio, tornando sulla disputa storica tra i favorevoli e contrari al crocifisso nelle aule delle scuole italiane. Uno scontro che dura da decenni. La Corte europea dei diritti dell'uomo, con una sentenza definitiva, nel 2011 sancì che il crocifisso poteva restare affisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane.
Sulla vicenda è intervenuto anche l'arcivescovo di Monreale Michele Pennisi: "Togliere il crocifisso dalle aule delle nostre scuole darebbe solo manforte a Salvini. L'ex ministro dell'Interno, partendo da qui, farebbe una battaglia contro il governo che, oltre ad aumentare le tasse, lede anche la sensibilità di buona parte degli italiani".
"Quella di Fioramonti non mi sembra una proposta molto popolare - ancora il prelato -. E non credo che l'istruzione possa migliorare togliendo il crocifisso. Per la gente è un simbolo importante".
Lo stesso Fioramonti aveva precisato che "Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere. Penso ovviamente ad una visione della scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare". Meglio, secondo il ministro, "appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione".
Il presidente dei deputati Forza Italia Maria Stella Gelmini ha dichiarato: "Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese. La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell'Italia e dell'Europa".