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Dal 25 marzo prossimo, nel nostro calendario nazionale ci sarà un giorno “in più”, potremmo dire un nuovo santo, ma non di fresca proclamazione, poiché l’anno prossimo si celebreranno ben 700 anni dalla sua morte, quella di Dante Alighieri. Il sommo poeta, infatti, divino lo è sempre stato, per cui si può parlare, semmai, di un tardivo riconoscimento.
“Era ora che anche Dante fosse celebrato come una divinità”, ha commentato dai microfoni della Rai il prof. Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca che dal 2009 è in cattedra nella rubrica televisiva “Pronto soccorso linguistico” trasmessa la domenica mattina.
Ampiamente soddisfatto dell’accoglimento della sua proposta, il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini: “Il 25 marzo è una data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia. Sarà una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali”.
Naturalmente, si fa per dire, dopo l’inserimento nel calendario del Dantedì, non si può non pensare alla gioia di tutti gli anonimi che portano il nome “Dante”, i quali avranno, dopo un lungo purgatorio, il giorno del loro onomastico, un’occasione e una festa che dal 25 marzo prossimo potranno, ogni anno, finalmente celebrare.