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Si chiamava Antonio Floris il detenuto 61enne di Desulo ucciso a Padova lo scorso venerdì dopo aver abbandonato l'Oasi gestita dai Padri Mercedsari di Chiesanuova dove lavorava .
In un primo momento, quando Floris non ha fatto ritorno al carcere Due Palazzi di Padova, dove era detenuto, si era pensato ad un'evasione.
Floris, che era stato condannato a 16 anni per duplice tentato omicidio, è stato assassinato con diversi colpi di bastone alla nuca dall'aggressore che poi ne ha nascosto il corpo sotto una catasta di legna.
Venerdì sera, la vittima, dopo aver cenato con due padri e alcuni ospiti della struttura nella quale lavorava è andato via verso le 20.30 diretto verso il penitenziario. Erano circa le 23 quando dal Due Palazzi hanno chiamato l'Oasi dei Mercedari per chiedere notizie di Floris che non aveva fatto ritorno. La bicicletta del 61enne, trovata ancora legata nel cortile dell'Oasi, ha fatto pensare che il detenuto si fosse dileguato a piedi. Solo la mattina successiva ci si è resi conto della grande quantità di sangue e ciuffi di capelli presenti attorno alla bicicletta. Lo zaino e l'orologio della vittima erano poco distanti. Scattato l'allarme, gli agenti della Squadra mobile di Padova e della Scientifica hanno perquisito il terreno agricolo rinvenendo presto il cadavere dell'uomo nascosto sotto la catasta di legna.
In questo momento, i Padri Mercedari e venticinque carcerati in semilibertà presenti nella struttura quella sera, sono sotto interrogatorio. Importantissimo, per gli inquirenti, ricostruire nei minimi particolari l'ultima giornata di vita di Antonio Floris e degli ospiti della struttura che hanno condiviso con lui quelle ore. L'ipotesi più accreditata, infatti, è che tra loro si nasconda l'assassino.