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I vigili del fuoco durante le operazioni di ricerca dei 4 dispersi, di cui 61 inviati in rinforzo dalle regioni limitrofe, a seguito dell'esplosione nella centrale idroelettrica di Bargi, 10 aprile. Sul posto team USAR (Urban Search and Rescue), sommozzatori, unità Speleo Alpino Fluviali, squadre ordinarie ed esperti topografi. ANSA/ VIGILI DEL FUOCO ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++
Bacino artificiale di Suviana, appennino bolognese. Intorno alle ore 14:30 di martedì 9 aprile un boato squarcia la calma di un pomeriggio di lavoro. Al piano meno otto, circa 40 metri sotto la superficie del lago, esplode una turbina, sbriciolando (come diranno i sommozzatori) pareti di calcestruzzo da quasi due metri di spessore come se fossero di cartongesso.
Enel Green Power, società che gestisce l’impianto, ha detto che era in corso il collaudo del secondo gruppo di generazione, dopo il positivo esito del collaudo del primo gruppo, nell’ambito di lavori di efficientamento contrattualizzate con le aziende ABB, Siemens e Voith.
Dodici i lavoratori coinvolti, tutti di ditte esterne all’Enel.
Sono intervenute dodici squadre dei vigili del fuoco, di cui due di sommozzatori. A queste si sono aggiunte due squadre specializzate nella ricerca sotto le macerie e sommozzatori della Guardia di Finanza: stanno operando fino a 40 metri sottoterra (su 70 di profondità della centrale). Sono poi intervenuti anche elicotteri per supportare e coordinare le operazioni dall’alto.
I soccorsi sono estremamente complicati, in particolare al piano meno nove, allagato dalla rottura di una tubazione di raffreddamento.
Nella notte tra martedì e mercoledì anche il piano superiore ha iniziato ad allargarsi, richiedendo di rimodulare l’intervento, “da studiare poiché molto complesso’’ -dice Luca Cari, portavoce dei Vigili del Fuoco-.
La visibilità nulla ed è pieno di detriti, macerie e idrocarburi. “Stiamo procedendo al tatto. La situazione è simile a quella della Costa Concordia”, ha detto Giuseppe Petrone (responsabile dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco).
Mentre si continuano a cercare i dispersi, 5 sono le vittime ad ora accertate: Vincenzo Franchina (Sinagra, 36 anni), padre da soli tre mesi, lavoratore schivo e gentile; Pavel Petronel Tanase (nato in Romania, residente a Settimo Torinese, 45 anni) che lascia due figli gemelli quasi adolescenti; Mario Pisani (San Marzano di Taranto, 73 anni) , consulente esperto, nonno di cinque nipoti.
La quarta vittima è stata disincastrata dalle macerie al piano nove, allagato dalla prima giornata: Adriano Scandellari, 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò, (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro; era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal Presidente Mattarella.
Sempre al nono livello è stata identificata e recuperata la quinta vittima: Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano, lavorava per la Abb di Sesto San Giovanni, aveva viaggiato spesso per lavoro e coltivava la passione per l’Inter.
La CGIL di Bologna ha indetto uno sciopero generale, definendo le vittime morti d’appalto.