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In occasione dell’anniversario della liberazione in tutte le caserme dell’Arma verrà domani esposto un manifesto celebrativo delle conquistate libertà costituzionali e repubblicane, che vuole anche ricordare il ruolo dell’Arma. Dall’8 settembre 1943 all’aprile 1945 l’Arma dei Carabinieri visse uno dei periodi più difficili ed al tempo stesso più esaltanti della sua lunga storia. Duramente provata dal secondo conflitto mondiale, trovò la forza e la coesione morale di organizzarsi tempestivamente per la Resistenza e la Guerra di Liberazione.
Confermò, così, le sue tradizioni di secolare fedeltà alle Istituzioni dello Stato. Con l’attivazione di tutte le proprie strutture, con l’impiego di nuclei e formazioni clandestine, con l’instancabile azione di migliaia di Stazioni, Tenenze, Compagnie e Unità superiori, trasformate in altrettanti centri clandestini, con l’eroica iniziativa dei singoli, i Carabinieri dettero un impulso rilevante alla lotta, fornendo un altissimo, generoso, contributo di sangue.
L’Arma contò 2.735 militari caduti, 6.500 feriti ed oltre 5.000 deportati; un così alto tributo è stato riconosciuto con la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera, mentre a singoli sono stati conferiti 2 Ordini Militari d’Italia, 32 Medaglie d’Oro al V. M., 122 d’Argento, 208 di Bronzo, 354 Croci di Guerra; la Bandiera ottenne anche una Medaglia d’Argento al V.M. per la resistenza operata dai Reparti Carabinieri nell’ambito della Divisione Italiana Partigiani “Garibaldi” nell’ex Jugoslavia.
Tanti gli episodi eroici, quali il contributo alla difesa di Roma, a Porta San Paolo Magliana ed a Monterotondo, la deportazione dei Carabinieri in servizio nella Capitale, i 12 militari dell’Arma fucilati alle Fosse Ardeatine, i tre Carabinieri Martiri a Fiesole per salvare 10 ostaggi innocenti; tante e pregevoli le attività svolte da Carabinieri inquadrati nei “Gruppi di Combattimento” impegnati nella Guerra di Liberazione e nel Contingente “R” che concorse a porre termine all’occupazione di Roma, numerosissimi i militari che operarono nelle file della Resistenza.
Ma l’episodio più fulgido, che ha colpito le coscienze non solo dei militari ma di tutti gli Italiani, è stato il Martirio del Vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, che si immolò volontariamente e generosamente per salvare la vita a 24 ostaggi. Il giovane militare, Medaglia d’Oro al Valor Militare per lo Stato e Servo di Dio per la Chiesa cattolica, rimarrà l’esempio più limpido del Carabiniere che rimane al suo posto, fermo, fedele e nobile a difendere la popolazione a lui affidata, fino alla morte.