Dopo il divorzio quanto tempo bisogna aspettare per potersi risposare? Cosa si rischia se ci si sposa immediatamente?

Iniziamo a rispondere a queste domande dicendo che la legge stabilisce tempistiche differenti per uomo e donna, al fine di tutelare eventuali figli nati dopo lo scioglimento del matrimonio. Non si tratta di una discriminazione, ma di accorgimenti necessari al fine di tutelare e garantire la certezza della paternità di un eventuale nascituro e basati sulla circostanza naturale che solo la donna, e non l’uomo, è atta a portare in grembo i propri figli.

L’uomo potrà convolare a seconde nozze subito dopo che la sentenza di divorzio sia diventata definitiva, decorsi 30 giorni dalla notifica all’ex coniuge o sei mesi dalla sua pubblicazione. Questo principio vale se la sentenza non venisse impugnata nei termini di legge.

La legge dei 300 giorni per le donne. Cos’è? In caso di annullamento del precedente matrimonio o di divorzio la donna non può contrarre nuovo matrimonio se non dopo 300 giorni dallo scioglimento, dall'annullamento o dalla cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio.

In questi casi l'interessata può presentare ricorso al Tribunale che, con decreto emesso in camera di consiglio, sentito il Pubblico Ministero, può autorizzare il matrimonio quando è inequivocabilmente escluso lo stato di gravidanza o se risulta da sentenza passata in giudicato che il marito non ha convissuto con la moglie nei trecento giorni precedenti lo scioglimento, l'annullamento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

L'autorizzazione che precede non è necessaria nel caso in cui la pronuncia di divorzio abbia come presupposto una separazione consensuale o giudiziale.

In caso di mancata osservanza del termine di 300 giorni dal divorzio per la contrazione di nuove nozze, non si prevede la nullità del nuovo matrimonio, ma una piccola sanzione pecuniaria per gli sposi e il funzionario che ha celebrato il rito, compresa tra 20 ed 82 euro.