La piccola Diana, di sei anni, non ce l’ha fatta: è morta ieri, domenica 8 settembre, all'ospedale Bambin Gesù di Roma. Aspettava un donatore di midollo osseo a causa di una grave malattia ematologica che l’aveva colpita, un’aplasia midollare.

In tanti si erano mobilitati per la bambina in seguito all’appello del padre, Michele Bisceglia, avvocato napoletano, che con forza e determinazione ha tentato il tutto per tutto per trovare un donatore compatibile.

“Ci affanniamo a studiare il modo per allungare la vita quando, in realtà, basterebbe ‘allargarla’ – aveva scritto su Facebokk un mese fa -. Vivere più intensamente ogni prezioso attimo è possibile... bisogna usare di più il cuore. Bisogna abbracciare, baciare, accarezzare sempre di più, ogni volta che ce n’è bisogno perché il tempo, in fondo, è un’emozione. E quando un giorno ci troveremo al cospetto del Signore, non ci verrà chiesto quanto tempo abbiamo vissuto, ma quanto intensamente lo abbiamo fatto. Qual è l’unità di misura dell’intensità della vita? Semplice: l’amore”.

Una storia quella di Diana entrata nel cuore di tutti, non solo dei napoletani, che con la famiglia hanno sperato e oggi pregano per lei.