“Ce ne siamo accorti molto presto. È stata mia moglie a percepire delle anomalie nel comportamento di Dante. Io le dicevo che tutto si sarebbe normalizzato, ma noi abbiamo due gemelli e le differenze si vedevano nettamente nel percorso di crescita”.

A parlare con il cuore in mano dell’autismo di suo figlio Dante, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, Stefano Belisari, frontman del gruppo Elio e le Storie Tese.

È stato difficile trovare qualcuno che sapesse farci una diagnosi – ha spiegato il cantautore – Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare. Ti rendi conto che l’autismo di un figlio si coniuga con l’assoluta solitudine dei genitori, e questo vale per ogni tipo di disabilità”.

Dante aveva un’attenzione ossessiva per e trottole – ha detto ancora Belisari – Ai genitori consiglio di non aspettare i 3 anni e non rinviare, poiché l’autismo può portare a gravi difficoltà relazionali, ma anche ritardi motori, mentali e cognitivi”.

Oggi Dante ha 14 anni, “è consapevole – spiega il frontman – Ha fatto un lavoro impressionante, ma per lui tutto è stato faticoso, mettersi una maglietta, andare in bagno, parlare. Lui ha faticato e noi ci siamo potuti permettere che fosse seguito, ma chi non ha i soldi? Esistono associazioni, ma sono private. Non c’è nulla di pubblico che affronti il problema dell’autismo e sia vicino alle famiglie”.