In una società che quotidianamente bombarda le donne con spot pubblicitari su “come dimagrire, come essere più tonica, come avere la pelle più liscia”, ovvero “come essere più bella”, non ci si può stupire se si parli delle donne più in vista (e non solo), come quelle che militano in politica, più per il proprio aspetto fisico che per le proprie abilità, capacità, per ciò che hanno da dire.

L’aspetto fisico viene usato in questo senso come arma per colpire, per ferire, per fare male, solitamente da chi non ha altre argomentazioni, da chi in politica la pensa in maniera opposta, molto spesso da uomini e purtroppo non raramente da altre donne.

Eh sì, perché mentre un uomo si può concedere il “lusso” di non rientrare nei canoni standard di bellezza, quindi essere poco attraente, perché se intelligente, colto, preparato, l’aspetto fisico passa in secondo piano (e meno male!), una donna non può, non deve.

L’aspetto fisico è ciò che salta immediatamente all'occhio e in una società che insegna alle donne che una delle cose più importanti è piacere (agli uomini), non possiamo stupirci se quelle che non rientrano negli standard di bellezza in voga al momento, vengano insultate senza neanche soffermarsi a sentire ciò che hanno da dire, senza vedere ciò che sanno fare, come potrebbero arricchire la società. E questo è assolutamente inaccettabile.

Se non hanno seni floridi e non cadenti che troneggiano su un vitino da vespa, gambe toniche e lunghe, braccia sottili, nasi piccoli e labbra enormi, sono considerate “cesse, palle di lardo, scrofe, streghe”, vengono creati dei meme su di loro, sono paragonate ad alcuni animali con il solo scopo di ferirle, screditarle e zittirle.

RADICI LONTANE. Quella di apprezzare le donne soprattutto per l’aspetto fisico è una tendenza radicata nel passato, quando le donne venivano considerate oggetti appartenenti agli uomini, i quali si vantavano di “conquistare” quelle più attraenti per sfoggiarle in pubblico, e andando ancora più indietro, gli uomini primitivi sceglievano come partner le donne che consideravano più adatte all’accoppiamento per fare figli, cercando fianchi, natiche e seni floridi.

GLI INSULTI A ELLY SCHLEIN. Dopo Rosy Bindi, Laura Boldrini, Michela Murgia, Luciana Littizzetto e tante altre, ora tocca alla neo segretaria del Pd Elly Schlein.

Diversi gli insulti degli utenti online, e non solo, che la leader del Pd ha ricevuto per il suo aspetto fisico, ma il più clamoroso è quello arrivato dal sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.

Il primo cittadino ha postato sul proprio profilo Facebook istituzionale una serie di foto in cui la segretaria del Pd viene accostata a dei dromedari. La storia è stata cancellata quasi subito, ma circolano ancora degli screenshot e, secondo quanto hanno riportato alcuni quotidiani locali, era accompagnata da un nitrito come sfondo sonoro. Il sindaco avrebbe anche postato una vignetta con scritto: “Per due euro cosa volevate, Belen?”. I due euro sono il prezzo che i non iscritti al Pd dovevano pagare per esprimere la propria preferenza.

GLI INSULTI A MICHELA MURGIA. "Scrofa. Palla di lardo. Cesso ambulante. Vacca. Peppa Pig. Sbaglio di natura. Spero ti stuprino. Anzi no, per rispetto allo stupratore" sono invece solo alcuni degli insulti che ha ricevuto la scrittrice Michela Murgia, riportati da lei stessa in un post di qualche anno fa.

Si chiama bodyshaming - aveva detto la scrittrice sarda - denigrazione del corpo, ma in realtà serve ad annichilire lo spirito. Sulle donne ha un impatto violentissimo, perché nella nostra società il corpo femminile è demanio pubblico", spiega la scrittrice.

Continuamente sottoposto a giudizio, è usato come rappresentazione e incarnazione di valore (o disvalore) collettivo ed è il bersaglio primo di ogni attacco alle donne dissenzienti”.

Michela Murgia aveva concluso con un invito alle donne: “Non so e non credo che il bodyshaming sulle donne finirà. So però che è essenziale non farsene spezzare. Per ogni ‘cesso’ o ‘scrofa’ che riceviamo, l'antidoto è ricordare la forza che quelle parole vorrebbero spegnere. La bellezza che sappiamo riconoscere in noi stesse è la fonte della libertà che vorrebbero negarci. #morganasonoio”.

NON E' QUESTIONE DI COLORE POLITICO O DI POSIZIONE. Poco importa da che parte politica stiano le donne, perché anche il Premier Giorgia Meloni ha ricevuto insulti sull'aspetto fisico e pure su di lei sono stati creati dei meme, sfruttando fotogrammi in cui veniva pubblicamente presa in giro.

Certe offese vengono rivolte alle donne che rappresentano personaggi pubblici e istituzioni, ma anche quelle non in vista si sentono continuamente sotto pressione se non sono magre, se non hanno il corpo tonico, le forme al posto giusto, i lineamenti del viso perfetti. Secondo la società odierna le donne dovrebbero essere indipendenti, quindi in carriera, ma anche ottime donne di casa, fare figli, crescerli in modo egregio ed essere sempre impeccabili. La corsa ai ritocchini estetici ai quali ormai sempre più donne si sottopongono, ma anche i successi degli spot di creme miracolose, o di beveroni che promettono di dimagrire in poche settimane, lo dimostrano.

IL CASO DEGLI UOMINI. Ma quando si parla di uomini incontriamo la stessa situazione? Quanti uomini vengono stimati e apprezzati pubblicamente anche se non rientrano nei canoni di bellezza maschile? Il bravissimo Maurizio Costanzo, venuto purtroppo a mancare qualche settimana fa, ne è un esempio: nessuno ha mai accennato al fatto che non fosse obiettivamente bello e GIUSTAMENTE veniva e viene tutt’ora apprezzato per altre doti. Guardiamo anche i politici: Matteo Salvini, Matteo Renzi, per citarne alcuni non anziani. Quante volte sono stati insultati per il loro aspetto? Per le idee politiche sicuramente, ma nessuno ha mai scritto: “E chi volevate, Brad Pitt?”

DONNE ATTRAENTI. E non si pensi che le donne che invece sono socialmente considerate molto attraenti non abbiano problemi: nel momento in cui una di queste arriva a ricoprire una certa carica importante (ma anche solo una promozione sul posto di lavoro) viene considerata una "poco di buono", pensando abbia sfruttato il proprio corpo per ottenere dei vantaggi.

Quindi il problema è il sessismo, unicamente il sessismo, e per uscirne dovremo tutte seguire il consiglio della scrittrice Michela Murgia, perché sarà molto difficile che la società cambi, forse migliorerà ma quando le radici sono marce, c’è poco da fare. E in questa Giornata internazionale dedicata alle donne, l'8 marzo, lo vogliamo urlare.