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Sarebbero già 7 le segnalazioni da varie parti d'Italia di epatite acuta pediatrica "di natura da definire" fra bambini, come già registrato in altri Paesi europei. Si tratta di una patologia molto aggressiva che colpisce i bambini sotto i dieci anni.
L’ultimo riguarda un bimbo di tre anni, portato in ospedale nel pomeriggio di giovedì e ora ricoverato all'ospedale Bambino Gesu' di Roma. Non sarebbe esclusa la possibilità di ricorrere ad un intervento di trapianto di fegato.
I casi segnalati, compreso quello del piccolo di 3 anni sono tutti da confermare e sono in corso le analisi. Ogni anno, spiegano fonti sanitarie, ci sono casi di epatiti la cui origine non è nota ma è la frequenza di queste segnalazioni che ha fatto scattare l'allerta. Il ministero della Salute ha inviato informative alle Regioni dal 14 aprile.
Nell'epatite acuta si riscontrano sintomi come febbre alta, urine scure, feci tendente al grigio pallido, prurito della pelle e ingiallimento degli occhi e della pelle.
I casi segnalati. L'aumento dei casi di infiammazione acuta e grave del fegato di origine sconosciuta tra bambini sani è stata segnalata per la prima volta il 5 aprile in Scozia. L'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, il 12 aprile, ha poi riferito che, oltre a quelli, c'erano ulteriori casi oggetto di indagine in Inghilterra, che portavano a oltre 60 i casi attenzionati oltremanica. La maggior parte riguardava bambini tra 2 e 5 anni e alcuni avevano avuto bisogno di un trapianto di fegato, evento rarissimo in questa fascia di età. Il giorno dopo, 3 casi sono stati segnalati in Spagna. Le ultime segnalazioni arrivano da Danimarca, Paesi Bassi e Irlanda, mentre nel Regno Unito i casi sono saliti a 74 (49 in Inghilterra, 13 in Scozia, 12 in Galles). Ma l'allarme si estende anche fuori dall'Europa, con 9 bambini colpiti in Alabama, negli Stati Uniti. Manca un conteggio ufficiale ma i casi sembrerebbero circa un centinaio in totale in poco più di due mesi.
Al momento, la causa esatta rimane sconosciuta. Un'origine infettiva è ritenuta come la più probabile, ma i casi non sono legati a epatiti virali note, come A,B,C,E. Tra le ipotesi - riporta l'Ansa - vi è quella di un legame con il Covid-19 o con altre forme di infezioni virali, come quella da adenovirus, visto che entrambi i virus sono stati riscontrati in alcuni dei piccoli pazienti. Mentre non è stato identificato alcun collegamento al vaccino contro il Covid-19. Le indagini sono in corso e l'Ecdc è al lavoro insieme all'Oms per supportare le indagini.