C'è una tentata frode all'assicurazione dietro la tragedia di Quargnento. In carcere è finito Giovanni Vincenti, il proprietario della cascina esplosa in cui sono morti tre vigili del fuoco. A darne la notizia il procuratore di Alessandria Enrico Cieri.

Con l’assicurazione da 1 milione e mezzo di euro avrebbe saldato i debiti che aveva contratto,

L'uomo è stato fermato due notti fa e ha confessato, negando però l'intenzione di volere uccidere. La moglie di Giovanni Vincenti è indagata a piede libero.

Giovanni Vincenti poteva evitare la tragedia. "Era stato informato da un carabiniere che il primo incendio era quasi domato - spiega il magistrato -. Vincenti non ha detto che all'interno della casa c'erano altre cinque bombole che continuavano a far fuoriuscire gas. Era intorno all'1, ci sarebbe stata mezz'ora di tempo per evitare la tragedia".

Inoltre, l'esplosione doveva essere una sola: "Il timer era stato settato all'1.30 ma accidentalmente c'era anche un settaggio alla mezzanotte. Questo ha portato alla prima modesta esplosione che, ahimè, ha allertato i vigili del fuoco", ha detto Cieri.

Vincenti è accusato di disastro doloso, omicidio e lesioni volontarie.

“Giustizia comincia a essere fatta”, il commento dei Vigili del fuoco “ma purtroppo i nostri ragazzi non ci sono più”.

I pompieri che hanno perso la vita in quella cascina sono stati Matteo Gastaldo, 47enne, l'ultimo a essere estratto dalle macerie, residente a Gavi, Marco Triches, 36enne di Albenga (Savona), padre di un bimbo, e Antonio Candido, il più giovane dei vigili deceduti nell’operazione, anche lui di Albenga.